Su www.italia.it, il portale ufficiale del turismo italiano, il Cadore non esiste, nè esiste il paese natale di Tiziano Vecellio, come non esiste nemmeno il “paese dei due papi”, cioè Lorenzago. Il Cadore non esiste nè come stagione estiva, nè come stagione invernale, nè tanto meno come zona di grande attrattiva culturale ed archeologica. Lo sventurato possibile turista che intenda visitare Pieve di Cadore, non lo troverà mai, perchè al primo posto dell’elenco, pur avendo digitato correttamente il nome della località, c’è Pieve Ligure, e per trovare il paese sede della Magnifica Comunità di Cadore è necessario fare una ricerca molto lunga, che poi produce informazioni per nulla esaustive. Non parliamo di Selva di Cadore, sede del Museo dell’Uomo di Mondeval, il cacciatore più antico delle Alpi, che ha perso un’elevata percentuale di visitatori perchè al suo posto sull’elenco figura Selva di Val Gardena, ed in questa località sono state dirottate le prenotazioni dirette al paese cadorino.

La carenze informative sono oltre tutto affiancate da notizie vecchie, alcune anche di più di un ventennio, di quando ad Auronzo esisteva l’Azienda di Promozione Turistica di buona memoria. Questi vuoti comportano per il Cadore non solo un danno all’immagine ed alla sua visibilità, perchè sembra non esistere nemmeno, ma anche un consistente danno economico che si ripercuote su tutta la società civile. L’assenza dal portale del territorio cadorino e delle sue peculiarità turistiche, culturali, archeologiche e storiche, non è di oggi, ma risale a quando il portale è stato attivato circa 15 mesi fa ed anche se qualche dimenticanza è stata inserita, proprio non ci siamo.

Il fatto più grave, spiace evidenziarlo, riguarda però il disinteresse degli amministratori locali, provinciali e regionali su questo argomento, che pur avendo avuta la segnalazione sia tramite stampa (due articoli su queste carenze sono stati pubblicati dal Corriere delle Alpi) che con delle e-mail inviate dal Consorzio Centro Cadore Turismo, e dall’Associazione Turismo & Servizi Stampa, direttamente alle autorità competenti, compreso l’allora assessore regionale al turismo, Franco Manzato, nessuno sembra essersi mosso per correggere questi errori macroscopici. Non è servito nemmeno chiedere l’intervento dei responsabili tecnici e politici del sito, per avere soddisfazione. Sarebbe pertanto un’azione corretta quella di una richiesta di danni economici fatta dagli operatori turistici e rivolta a coloro che pur essendo stati lautamente pagati dallo Stato per la realizzazione del portale, non sono stati in grado di realizzare un lavoro “a regola d’arte”.

di Vittore Doro