Partenza: Stazione di Calalzo di Cadore.
Arrivo: Stazione di Dobbiaco.
Distanza: 65 chilometri.
Profilo altimetrico: 700 metri in salita con 300 metri di discesa con pendenze quasi sempre moderate.
Condizioni del percorso: Pista ciclabile asfaltata fino a Cortina, poi fondo sterrato fino a Dobbiaco.
Segnaletica: Frecce e cartelli indicatori molto frequenti.
Paesaggio: Paesaggio aperto e grandiosamente dolomitico fino a Cortina; dopo il valico di Cimabanche si inoltra nell’impervio corridoio della valle di Landro.
Il momento migliore: Da giugno ad ottobre; in inverno il tratto fra Cortina e Dobbiaco è una magnifica pista di sci nordico.
Sicurezza: Percorso quasi interamente su sede propria.

MAPPA dettagliata della ciclabile con altimetria e distanze.
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Per raggiungere la Ciclabile delle Dolomiti
In treno arrivando a Calalzo. La stazione ferroviaria di Calalzo è destinazione di treni diretti da Padova, Venezia e, limitatamente alla stagione turistica, anche da Roma.

In automobile A27 Venezia Ponte nelle Alpi (località Pian di Vedoia) – SS 51 in direzione Longarone e Tai di Cadore. Al bivio di Tai a destra verso Calalzo di Cadore e a sinistra verso le località della Valle del Boite e Cortina.
In aereo Gli aeroporti più vicini sono: Venezia “Marco Polo” (135 km) e Treviso “S. Angelo” (100 Km).

Descrizione e storia
Da Cimabanche a Calalzo di Cadore, un itinerario ciclabile spettacolare, inserito tra le montagne più affascinanti al mondo, le DOLOMITI patrimonio dell’umanità. Dalle Tofane alle Marmarole, passando ai piedi del Pelmo, del Sorapis e dell’Antelao, dove le guglie dolomitiche emergono da fitti boschi e si specchiano in laghi e corsi d’acqua. Pedalare nelle Dolomiti è un’esperienza unica che ti farà scoprire le bellezze architettoniche, le tradizioni ed i sapori di questi luoghi ricchi di storia e di intramontabili leggende. Attraversando i comuni di Cortina, San Vito di Cadore, Borca di Cadore, Vodo di Cadore, Valle di Cadore, Pieve di Cadore e Calalzo di Cadore, la pista ciclabile realizzata sul percorso dell’ex ferrovia tocca alcune fra le più gradevoli località turistiche del Bellunese, offrendo al visitatore la possibilità di ammirare uno scenario costellato da maestose cime e di conoscere luoghi densi di storia.

Da Cimabanche la pista ciclabile conduce a Cortina, la Regina delle Dolomiti, cuore geografico e turistico dell’intero comprensorio e meta di visitatori da tutto il mondo. Proseguendo sul percorso lungo la Valboite, così denominata dal torrente che la percorre, oltre alle numerose bellezze naturalistiche, si possono ammirare alcune chicche architettoniche, come le chiesette tardogotiche con antichi affreschi, la chiesa della Difesa a San Vito, la Chiesa di San Giovanni a Vodo, casa Costantini a Valle, o la parrocchiale diBorcaPieve di Cadore è la “capitale storica” di questa terra dove nel 1477 nacque il grande pittore Tiziano Vecellio, di cui si può visitare la casa. Pieve è anche la sede della Magnifica Comunità di Cadore, istituzione storica e simbolo dell’antica unione federale costituitasi nel XIV secolo. Qui è possibile visitare inoltre il Museo dell’Occhiale, allestito non a caso nella patria dell’occhialeria.
La Lunga Via delle Dolomiti termina a Calalzo, con ogni probabilità l’insediamento più antico del Cadore: ancora oggi è possibile accedere al sito di Lagole, ove esisteva un santuario paleoveneto dedicato ad una divinità sanante. Calalzo è anche polo ferroviario e punto di partenza per altre piacevoli escursioni nelle vicine località di Auronzo, del Comelico e di Sappada.

 

Report a cura di ciclo-news.com
Questo percorso merita una introduzione; è una delle più appaganti piste cicloturistiche italiane, disegnata lungo il tracciato della vecchia ferrovia delle Dolomiti con pendenze sempre moderate, caratterizzata dall’eleganza delle piccole stazioni ferroviarie che si incontrano, dalle gallerie che tagliano gli speroni delle montagne, dallo slancio dei ponti che sembrano gettati sul vuoto di gole profonde ed ombrose. Il miglior punto di partenza è la stazione di Calalzo di Cadore a circa 800 metri di quota; in breve si esce dall’abitato e subito la vista si allarga su una spettacolare veduta delle Marmarole, altissime sulla conca del Cadore, le quali offrono un anticipo dell’imponenza delle montagne che ci faranno compagnia in questo tracciato.

Si entra ben presto nella valle del torrente Boite che scorre ben al di sotto dei paesi adagiati in alto su versanti soleggiati; a Valle di Cadore ecco la prima di una serie di stazioncine che orneranno tutto il tragitto, precede alcune gallerie e l’alto viadotto della Vallesina dominato dall’Antaleo, una delle più eleganti montagne delle Dolomiti.
La pista prosegue elevata dal fondovalle attraversando boschi e piccole frazioni, dove la valle, allargandosi, allarga l’ampiezza del panorama con l’irreale profilo del monte Pelmo simile a un ciclopico torrione isolato che pare accompagnare verso la valle di Borca di Cadore e San Vito, che anticipano la stazioncina di Chiapuzza che fa comparire le montagne ampezzane introdotte dall’elegante profilo della Croda da Lago con sullo sfondo il massiccio delle Tofane.
In breve si giunge a Dogana Vecchia, storico posto di frontiera fra il regno d’Italia e l’impero asburgico dove la pista abbandona il vecchio tracciato ferroviario per scendere tra i boschi di questo tratto selvaggio e solitario del fondovalle che termina a Campo di Sotto, frazione dispersa nella conca Ampezzana da dove con una breve salita si ritorna sul vecchio tracciato ferroviario per attraversare l’alto ponte sul torrente Bigontina e giungere al piazzale della stazione. Si è tra i prati e le case di Cortina d’Ampezzo per inoltrarsi ora nei radi boschi dei ghiaioni ai piedi del Pomagagnon dove nei pressi di Fiames inizia il tratto sterrato, il più alpestre e solitario del percorso dove superati un paio si speroni rocciosi, attraverso originali gallerie illuminate, si incontra l’altissimo ed altrettanto suggestivo ponte metallico che scavalca la selvaggia incisione del rio Felizon.

A Ospitale di Cadore si sfiora l’antica chiesetta proseguendo nell’incantevole piana di Rufiedo per raggiungere il valico di Cimabanche (con i suoi 1530 metri è il punto più alto dell’itinerario), per entrare nell’Alto Adige iniziando la discesa; prima ripida fino a Carbonin (rinomata località di villeggitura), poi moderata, fra enormi accumuli di ghiaia fino al lago di Landro da dove come in una icona si vede il monte Cristallo mentre sopra il lago incombe l’immagine del monte Piana, spettatore di sanguinosi combattimenti durante la Grande Guerra. All’altezza del pianoro dove sorgeva il villaggio di Landro, a destra appaiono maestose le Tre Cime di Lavaredo, altissime sul basamento di roccia della val Rimbon, visione questa tanto inaspettata quanto fugace perchè ben presto la valle della Rienza si stringe. Saliscendi ed un paio di attraversamenti della statale portano al piccolo cimitero militare di Nasswand, da qui fino all’incantevole lago di Dobbiaco dove il paesaggio cambia decisamente; non più crode dolomitiche ma linee più dolci caratterizzano la val Pusteria che con un breve tragitto semipianeggiante conduce alla stazione di Dobbiaco, luogo d’arrivo di questo straordinario percorso.