Calalzo è con ogni probabilità il più antico insediamento del Cadore: sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici che lasciano presupporre l’esistenza, circa 2500 anni fa, di un santuario paleoveneto dedicato ad una divinità sanante; gli scavi hanno portato alla luce, in particolare, alcune statuette bronzee e un gran numero di iscrizioni venetiche oggi conservate al museo della Magnifica Comunità a Pieve di Cadore. Lo stanziamento dei Romani intorno ai primi secoli dopo Cristo è altresì attestato dal ritrovamento di monete d’epoca imperiale.
Calalzo, che con la piccola frazione Rizzios conta circa 2.500 abitanti, è il cuore geografico del Cadore; sorge a 806 metri s. l. m. sviluppandosi su una vasta area che si estende dall’ingresso delle valli d’Oten e Molinà fino alle sponde del lago del Centro Cadore, ai piedi delle Marmarole (m. 2932), uno dei più complessi ed affascinanti gruppi orografici della regione.
Queste montagne seppero ammaliare anche il grande Tiziano che le dipinse nella sua famosa Presentazione di Maria al tempio.
Grazie al paesaggio incantevole, Calalzo fu una meta di villeggiatura rinomata già ai tempi della Serenissima: i patrizi veneziani fecero costruire numerosi edifici di gran pregio architettonico per trascorrervi comodamente le vacanze. Pare, inoltre, che fin dall’antichità fossero conosciute le proprietà terapeutiche dell’acqua delle sorgenti di Làgole, ottima ragione, nient’affatto secondaria, per un benefico e salutare soggiorno in questa località. Oggi Làgole è ancora un angolo di paradiso dove trascorrere giornate indimenticabili: si può passeggiare lungo le rive del lago, prendere il sole sulla spiaggia o inoltrarsi tra i boschi lungo un ruscello dall’acqua purissima.
Il laghetto delle Tose è la meta obbligatoria per chi volesse fare una corroborante nuotata. Uno tipico chalet, proprio in riva al grande lago, offre gradito ristoro, divertimenti e giochi fino a notte tarda: la sera è rallegrata dalle danze sullo splendido terrazzo all’aperto.
Sulle Marmarole, rifugi e bivacchi attrezzati sono a disposizione dei turisti che vogliano avvicinarsi allo spettacolo naturale delle Dolomiti .
Tante sono le possibili escursioni nei boschi incontaminati delle valli Oten (il nome significa “ultimo” a voler indicare che non vi può essere altro luogo che regga al suo paragone) e Molinà (questo nome è stato dato per ricordare l’attività dei mulini ad acqua che nel passato servivano a macinare le granaglie) caratterizzate da immense distese di prati di pino mugo dove si può sostare all’ombra di secolari abeti e larici a gustare la caratteristica cucina locale.
A Calalzo si possono visitare alcune chiese interessanti: quella di S. Francesco, tardogotica del Cinquecento; la chiesa della Madonna della Molinà dalla pianta a poligono irregolare, risultante dall’unione di due cappelle cinquecentesche costituenti ciascuna una navata. La chiesa è famosa perché qui giunsero le truppe italiane il 4 novembre 1918 quando l’Austria chiese l’armistizio.
Bella è la chiesa di Sant’Anna a Rizzios: fu iniziata nel 1632, ampliata e ultimata nel 1817; al suo interno sono collocate pregevoli tele del Seicento veneziano con i ritratti dei conti di Collalto (Treviso), dei Foscari di Venezia, dei cardinali Giovanni e Daniele Delfino, del papa Innocenzo XI e dell’imperatore Leopoldo I. Il dipinto raffigurante Fra Antonio da Rizzios è attribuito al Bombelli, L’immacolata, regina del mondo, coi santi è di Giovanni Fossa, La Vergine annunciata con il Padreterno e La Vergine in gloria tra i santi sono di Gregorio Lazzarini, La Vergine e il Bimbo incoronati con santi francescani è attribuito a Pompeo Frigimelica. Si ignorano gli autori degli altri dipinti. Il soffitto è decorato da un affresco, La gloria di Sant’Anna, di Gio Maria De Stefani Nituzza di Calalzo.
Singolare la reliquia della pianeta di padre Marco d’Aviano usata durante la battaglia di Vienna nel 1683. Nell’edificio sono anche conservati diversi reliquiari del XVIII secolo, alcune croci astili e vari altri oggetti di culto.
La chiesa della Madonna del Caravaggio fu fatta costruire nel 1822 da Giuseppe Fiori al posto di un vecchio capitello dedicato a Santa Margherita; sono molto belle le elaborate vetrate policrome, frutto del lavoro artigianale di una ditta vicentina, e la pala d’altare di Giovanni De Bettin da Costalta. La chiesa fu più volte rimaneggiata e restaurata: l’ultimo recente restauro risale al 1965. Particolare solennità riveste la data del 26 maggio, giorno in cui si celebra l’anniversario dell’apparizione della Madonna a Caravaggio, avvenuta ne 1432. In un vecchio edificio della fine del secolo scorso ha sede la biblioteca comunale intitolata ad Enrico De Lotto, medico che esercitò a lungo la propria professione a Calalzo. Oltre alla medicina, Enrico De Lotto ebbe altri diversi interessi cui dedicò studi interessanti: tra tutte le sue pubblicazioni viene segnalato un utile libro divulgativo a proposito dei reperti archeologici di Làgole. Gli scaffali contano un grande numero di libri, manoscritti e pergamene di rilevante valore storico; il documento più antico risale al 1200.
Calalzo è oggi sede di molte tra più riuscite e conosciute attività imprenditoriali nel campo dell’occhialeria: proprio in questo comune, nel 1878, fu costruita la prima fabbrica di occhiali per merito del calaltino Angelo Frescura; l’intero Cadore prese ad esempio la laboriosità e l’ingegno di questo “pioniere” il cui successo crescente e contagioso rappresentò l’inizio di una fortunata stagione per l’economia della regione.
Lo stemma è “Troncato: nel primo: d’azzurro alle due torri legate con una catena ad un abete; nel secondo d’argento al palo troncato di rosso e d’azzurro, sul quale è caricata una ruota dentata d’oro sporgente nel campo”
Il gonfalone è “Di forma rettangolare su drappo di colore rosso; al centro sormonta lo stemma del municipio, la corona del comune in argento e il tutto circondato da un ramo di quercia a destra e di alloro a sinistra, annodati in basso da un nastro tricolore con la scritta: Comune di Calalzo di Cadore, posta all’apice e gli ornamenti esterni contornanti lo stemma sono ricamati in argento”
Accessibilità
Collegamenti stradali:
– NORD: da S: Candido, Auronzo e Comelico (SS51 di Alemagna);
– EST: da Udine e Tolmezzo attraverso il Passo della Mauria;
– OVEST: da Cortina attraverso la Valboite (SS51 di Alemagna):
– SUD: Belluno e Longarone
Collegamenti ferroviari: stazione FS
Collegamenti aerei: gli aeroporti più vicini sono quelli di Venezia (130km) e di Treviso (100km)
Numeri utili
Municipio Piazza IV Novembre , 32042 – Calalzo di Cadore (BL) – Tel. 0435 519752
Ufficio Turistico: Via Stazione, 32042 – Calalzo di Cadore (BL) – Tel. 0435.32348