“La pista ciclabile delle Dolomiti può essere la spina dorsale di un progetto più ampio per il rilancio turistico del Cadore”. Ne è convinto il vicepresidente del consiglio regionale Matteo Toscani, da sempre favorevole a una gestione unitaria della via che interessa sette comuni diversi, da Calalzo a Cortina d’Ampezzo. “Non è esagerato sostenere che questa è una delle ciclabili più suggestive al mondo, visto che si trova nel cuore delle Dolomiti patrimonio dell’umanità”, afferma il consigliere della Lega Nord. “Inoltre – prosegue – è parte di una rete internazionale che va dal Nord Europa a Venezia. Anche se non è ancora adeguatamente promozionata, è già molto utilizzata dai turisti provenienti da tutto il mondo. Prova, questa, di un grande potenziale attrattivo che può essere il volano dello sviluppo turistico dell’intera area. E’ però fondamentale evitare di scivolare nei campanilismi e di perdere tempo prezioso per colpa di qualche banale polemica di parte. Dobbiamo, invece, avere una visione comprensoriale, partendo proprio dalla gestione della pista”.

“Non è infatti pensabile – sostiene il vicepresidente del consiglio veneto – che siano sette enti diversi ad occuparsene, perché così non sarebbe garantita la necessaria omogeneità nella manutenzione, nella segnaletica e nelle regole di utilizzo. Come purtroppo accade ora”. “Valuteremo insieme alle amministrazioni comunali – osserva Matteo Toscani – se è preferibile affidare la gestione a un ente privato o a un ente pubblico, come potrebbe essere Veneto Strade”. “L’importante – conclude – è valorizzare al meglio questa pista ciclabile, che può essere davvero il cuore pulsante di un progetto turistico più ampio. Io, al potenziale della ciclabile, credo da anni: più esattamente da quando, nel 1996, ho portato in consiglio comunale la delibera per la realizzazione del primo stralcio di 1,5 km. Allora sono stato anche un po’ deriso dalla minoranza, oggi fortunatamente nessuno mette più in dubbio il valore di quest’opera, fiore all’occhiello e patrimonio di tutti i cadorini”.

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