Il 12 e 13 giugno saremo chiamati a esprimerci su 4 importanti quesiti referendari. 2 riguardano la privatizzazione dei servizi idrici integrati, uno gli investimenti sull’energia nucleare, il quarto il cosiddetto “legittimo impedimento”.

I referendum sono l’arma più potente che i cittadini hanno per partecipare attivamente alle scelte politiche del proprio Paese. Il 12 e 13 giugno gli Italiani protranno dire con forza che i diritti non si vendono, che il futuro non può esser messo a rischio da politiche energetiche legate a interessi economici di pochi e che la legge è uguale per tutti.

Il tentativo di privatizzare i servizi idrici – innescato con la legge Ronchi del 2009 ma in realtà ultimo atto di un processo molto più lungo – contiene in sé tutti gli elementi di questo attentato ai diritti dei cittadini. Un silenzio preoccupante sta accompagnando questa consultazione referendaria. I media, le televisioni innanzitutto, sembrano essersi dimenticati dei referendum e li hanno cancellati dai palinsesti. Raggiungere il quorum sarà un’impresa faticosa, ma non impossibile. Utile per ribadire una volta di più che la democrazia si basa sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica, contro chi li vorrebbe chiusi in casa, spettatori passivi di quel che accade in questo Paese.

La Cooperativa Samarcanda Scs, che opera nel campo del commercio equo e solidale, e l’Associazione culturale e gruppo d’acquisto solidale “El ceston” si sono impegnati in questo ultimo anno per sostenere l’iniziativa referendaria contro la privatizzazione dell’acqua e sensibilizzare il territorio sul tema.  Per continuare questo impegno, Samarcanda e El ceston hanno organizzato per MERCOLEDI’ 1 GIUGNO alle ore 20,30, presso la Sala pubblica “G. Coletti” a Tai di Cadore un incontro con Valter Bonan del Comitato Acqua Bene Comune Belluno, per spiegare le ragioni per cui il 12 e il 13 giugno ai primi 2 quesiti referendari bisogna votare SI’.