Misurina: la “perla delle Dolomiti”
Misurina è sempre stupefacente nel suo contorno di Dolomiti che si colorano di rosa e arancio all’alba e al tramonto. Una cornice di monti che si toccano con la mano, boschi verdi e un piccolo lago dove si specchia l’ambiente circostante. La sua bellezza è incredibile in tutte le stagioni: durante l’inverno coperta di neve e con il lago ghiacciato, in primavera quando i primi fiori sbocciano, durante l’estate dove il verde, il blu del cielo e i colori della vegetazioni si fondono insieme, in autunno con i suoi mille colori. Vale la pena fermarsi e girovagare per il lago, lungo il sentiero che lo costeggia e sulla strada che porta al Lago d’Antorno. Sono belle intorno a noi le Tre Cime di Lavaredo, il Sorapiss, i Cadini. e poi ammirare i pascoli verdi, le Casere di un tempo. Misurina è un punto di partenza per moltissime passeggiate, ferrate, ascensioni. Anche durante l’inverno piste da discesa e anelli per lo sci da fondo ci fanno scoprire questa piccola frazione di grande bellezza.
Le Tre Cime di Lavaredo
La bellezza delle Dolomiti è riassunta nel panorama che può essere ammirato ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo: distese di monti bianchi e rosa che si colorano intensamente al tramonto sopra vallate verde scuro ed un cielo blu terso inconfondibile. Una bellezza che lascia senza fiatoil visitatore che percorre la strada pianeggiante che circonda le Tre Cime: le pareti di roccia bianco-rosate sembrano enormi cattedrali incombenti ed il blu del cielo crea un forte contrasto di colori. Il fischio delle marmotte rompe un silenzio che rende queste montagne sempre maestose di fronte all’uomo. La zona è un punto di partenza per escursioni e ascensioni di diverse difficoltà.
La Foresta di Somadida
Il Cadore è stato famoso nei secoli per la qualità del suo legname e la forestadi Somadida è oggi una delle zone dove si posssono ammirare gli altissimi abeti che in passato hanno reso celebre questo territorio. Questo bosco il 2 luglio 1493 venne donato dalla Comunità di Cadore, con atto scritto, alla Repubblica di Venezia che per secoli utilizzò i tronchi di quello che era un tempo il più pregiato bosco dell’area. Ci possiamo arrivare in auto percorrendo la statale che da Auronzo di Cadore va a Misurina. in località Palus San Marco troviamo a sinistra l’indicazione per la Foresta di Somadida. L’area oggi gestita dal Corpo Forestale dello Stato, è una foresta naturale orientata, percorsa da una serie di strade sterrate che consentono al visitatore di ammirare la vegetazione caratteristica del territorio del Cadore. Al centro è situato un piccolo museo dove possiamo trovare notizie sugli aspetti geologici e faunistici dell’area, mentre pannelli all’esterno ne descrivono alcune caratteristiche naturali. Durante l’estate vengono organizzate delle visite guidate.
Lago di Auronzo
Il Lago di Auronzo è un’attrazione da non perdere per poter ammirare l’ambiente naturale del Cadore: durante l’estate su alcune spiaggette si può prendere il sole ed una piccola piscina è a disposizione per qualche bagno. Una passeggiata intorno al lago ci farà ammirare l’ambiente circostante e l’abitato di Auronzo in lontananza. Partendo da Piazza Vigo ad Auronzo seguiamo le indicazioni per il lago, di lì attraversiamo il ponte e camminiamo lungo la strada che costeggia il lago. In prossimità del ponte sucessivo, ci troviamo a Villapiccola, possiamo risalire fino al paese, oppure continuare fino a raggiungere la diga di S.Caterina, inizio del paese. Da lì si ritorna al punto di partenza percorrendo il sentiero dall’altro lato del lago. Il tempo di percorrenza è di 2 ore circa.
Bagni di Gogna
A Gogna, in prossimità della Comunità Montana del Centro cadore e del bar Bianco, partono una serie di sentieri che conducono alle antiche terme di Gogna, di cui si ha notizia fin dal 1590. Il 16 maggio 1672 il consiglio della Comunità di Cadore concedeva a Giacomo da Ronco di Vigo l’investitura dell’acqua e 25 passi di terreno per costruirvi uno stabilimento di bagni, ma la grossa fama dei bagni di Gogna parte alla fine dell’800 quando nella zona era presente uno stabilimento con una trentina di camere e gli ospiti seguivano le cure termali utilizzando le 4 sorgenti di acque solforose , magnesiche e ferruginose. la fortuna delle terme di Gogna fiì negli anni ’30 e nel 1939 lo stabilimento venne venduto al patronato scolastico di Venezia per farne una colonia. Nel 1966 l’alluvione sommerse le polle di acqua termale e l’edificio venne distrutto. Ancor oggi si possono vedere i resti della pavimentazione dello stabilimento e due vasche in pietra, mentre lungo i vari sentieri che sono stati recuperati si passa in prossimità di due polle di acqua sorgiva e si percorrono i boschi un tempo famosi per il loro legname. Dall’accesso dietro al Bar Bianco si giunge ad una chiesetta e da qui si scende rapidamente verso la zona termale, in alternativa a lato della statale parte la strada che un tempo permetteva alle auto ed alle carrozze di arrivare all’albergo. Tempo di percorrenza 1 ora circa.
Il sentiero di Papa Giovanni Paolo II
Lorenzago di Cadore è un tranquillo paesino posto a 900 metri sul livello del mare, fina dalla fine dell’800 ricercato centro di villeggiatura. Sulla facciata principale della Chiesa un busto e una lapide bronzei ricordano che Papa Wojtila ha trascorso le sue vacanze ben sette volte. Meta obbligatoria per tutti è la visita alla “Villa Mirabello”, dove il Papa ha alloggiato e dalla quale si diparte il “Sentiero Papa Giovanni Paolo II”, frequentato attualmente da turisti e valligiani. E’ a tratti incuneato fra fitti boschi di abeti o di faggi, a tratti in mezzo a prati ricoperti dalle più svariate specie di fiori e frutti selvatici, dove lo sguardo può spaziare soffermandosi ad ammirare le vette del Montanel, del Miaron, dell’imponente gruppo del Cridola.
Casera Razzo
Raggiungibile salendo lungo la strada dopo l’abitato di Laggio, Casera Razzo è una piacevole zona di pic-nic nel periodo estivo e punto di partenza per escursioni in quota fra Cadore e Carnia. Durante l’inverno alcuni anelli per lo sci da fondo e un impianto di risalita permettono agli appassionati dello sci di divertirsi in un panorama aperto sulle vallate circostanti e in un ambiente che mantiene la purezza delle zone ancora fuori dal grande turismo di massa. Nella zona ci sono due rifugi a conduzione familiare.
Sentiero Botanico di “Tita Poa” – Lozzo di Cadore
Il sentiero botanico Tita Poa è un itinerario di circa 1400 metri, che percorre le pendici boscose sovrastanti il paese di Lozzo di Cadore, mantenendosi fra gli 825 e i 950 m. slm. E’ stato realizzato nel 1991 per promuovere la conoscenza della vegetazione che si incontra durante le passeggiate in montagna. L’itinerario, facilmente raggiungibile dal paee di Lozzo, vuole essere uno stimolo per ammirare ed apprezzare l’ambiente naturale che ci circonda, conoscendolo. Il tragitto è stato realizzato lungo sentieri da sempre esistenti nel territorio come collegamento tra i tabià (rustici) utilizzati in passato per le attività silvo-pastorali. La vegetazione presente è quella spontanea, l’intervento dell’uomo si limita ad assicurare un agevole transito del visitatore lungo il tragitto. Le specie vegetali individuate sono contraddistinte da un cartellino indicante la pianta, l’habitat, la diffusione, il periodo di fioritura ed alcuni aspetti che ne agevolano il riconoscimento. Lungo il percorso vi sono alcuni siti dedicati al “bird-watching” con indicazioni sulle specie di uccelli presenti sul territorio e sulle modalità per individuarle. Il sentiero è dedicato ad un anziano del paese che usa percorrerlo fino a 105 anni fa.
Pian dei Buoi
Pian dei Buoi è un altopiano situato a 1800 m. di altitudine utilizzato in passato e ancor oggi per il pascolo del bestiame nel periodo estivo. E’ raggiungibile attraverso una strada asfaltata che pare dall’abitato di Lozzo di Cadoren e sale in quota (circa 1 ora di auto), la salita e la discesa sono regolamentate . L’altopiano offre un bellissimo panorama sulle valli dolomitiche circostanti fino ai monti che segnano il confine con l’Austria: di particolare bellezza l’Antelao, le Tre Cime di lavaredo, la Croda dei Toni e tutto il gruppo delle Marmarole, le piccole Dolomiti che possono essere scalate partendo dall’altopiano. In zona sono presenti alche i rifugi Bajon e Ciareido.
Lago del Centro Cadore
Il Lago del centro cadore è un’attrazione turistica per le passeggiate che si possono fare sulle sue sponde e per i panorami che si possono ammirare su tutta la vallata. Purtroppo la temperatura troppo fredda e la turbolenza delle acque non ne permettono l’uso a scopo balneare, ma nelle giornate estive è possibile prendere il sole sulle sue sponde. Da Domegge di Cadore si può scendere velocemente al lago e dopo aver attraversato il ponte si può percorrere verso sinistra la strada che giunge a Lorenzago di Cadore. Lungo il percorso vi sono numerose aree pic-nic, e numerosi sentieri che permettono di salire in quota. Deviando a destra invece si può salire anche in auto per raggiungere i rifugi Cercenà e Padova. Sempre da Domegge una strada pianeggiante porta nella frazione di Vallesella con il parco, dove vengono spesso organizzate feste e serate danzanti.
Lagole : archeologia e acque termali
Lagole deve considerarsi oggi il sito archeologico più importante del Cadore per la presenza in epoca preromana e romana di un tempietto votivo dedicato probabilmente alla dea della fertilità. Oggi tutti i ritrovamenti sono conservati nel museo archeologico di Pieve di Cadore e nell’area sono stati recuperati i sentieri che percorrono il laghetto delle “Tose” e l’area delle sorgenti di acqua solforosa utilizzata a scopo terapeutico. La zona porta con sè il fascino di questo passato anche se non restano segni visibili degli antichi insediamenti che la resero famosa. L’ambiente naturale è però di notevole interesse per la presenza abbondante di acqua e di vegetazione che caratterizza le aree umide di questo territorio. La zona di Lagoleè raggiungibile seguendo le indicazioni dalla stazione ferroviaria di Calalzo di Cadore ed è situata in prossimità di uno chalet dove è possibile trovare ristoro.
I borghi rurali di Grea e Rizzios
Questo itinerario ci porta a scoprire due borghi cadorini caratteristici con le case in pietra e legno, la stalla annessa , il finile. Piccoli paesi che ancora cono uniti intorno alla piazza e alla chiesa e dove la modernità è entrata a fatica. E intorno la natura della nostra valle con grandi boschi di abeti, di larici, di faggi e il blu intenso del cielo di montagna. Il percorso parte dalla località “Pian Gran” alla fine del percorso Vita (Domegge di Cadore) e sale dolcemente fino a raggiungere l’abitato di Grea nella parte più a nord. passata Grea il sentiero scende gradualmente offrendoci scorci di panorama sulla valle del Piave e sul lago del Centro Cadore fino a raggiungere l’abitato di Rizzios, frazione del Comune di Calalzo di Cadore. Questo piccolo borgo è fra i più interessanti da girare per la presenza di antiche abitazioni cadorine scampate ai numerosi incendi che affliggevano questo territorio.
L’area wilderness in Val Montina
A Perarolo di Cadore è visitabile una delle poche aree Wilderness dell’intero arco alpino: si tratta di una zona di selvaggia bellezza individuata dall’Azienda Regionale delle Foreste dove viene mantenuta l’assoluta integrità territoriale paesaggistica per ammirare attraverso i sentieri che la percorrono gli aspetti peculiari dell’ambiente naturale. La wilderness di un territorio ha dimensione fisica che si traduce però in dimensione spirituale per l’uomo che la vive. La Val Montina è un ambiente selvaggio ed impervio, privo di vie adatte al passaggio di auto, dove gli appassionati possono vivere l’ambiente montano in solitudine e nel quadro di una natura primordiale. Un ambiente dove, esaurita da decenni l’attività silvo pastorale, la natura ha ripreso il sopravvento totale e le alterazioni indotte dall’uomo e intrecciate all’evoluzione naturale stanno pian piano scomparendo. Un ambiente dove la situazione fisica, a sentire il naturalista, si trova in uno stadio “… non molto dissimile da quello del tardo Mesolitico…”. Comprensibile appare perciò la decisione dell’amministrazione di Perarolo di Cadore di approvare l’assegnazione ad area Wilderness della Val Montina.