«Non servono processioni, serve intervenire sulla Regione che è la prima responsabile di quanto sta accadendo nei laghi bellunesi, svuotati a favore di Enel e consorzi irrigui».
Sergio Reolon, consigliere regionale del Pd, ricorda a qualche sindaco bellunese che in questi giorni fa fuoco e fiamme a causa dello svuotamento dei laghi, per quale motivo si è arrivati a questo punto.
«La siccità ha un ruolo importante in questo momento, ma la colpa è anche della mancanza di norme che ci tutelano. Lo hanno detto anche i sindaci nei giorni scorsi, ma io vorrei ricordare a tutti perchè siamo arrivati a questo punto. Il 5 febbraio del 2001 a Vittorio Veneto venne firmata dal ministro dei lavori pubblici, a capo anche dell’Autorità di bacino dell’Alto Adriatico, la delibera che fissava il deflusso minimo vitale nei torrenti bellunesi del bacino del Piave. In quella delibera, frutto di anni di lavoro per difendere le acque bellunesi, c’era anche indicato il livello minimo dei laghi del Centro Cadore, di Santa Croce, del Mis e del Corlo. Al di sotto del limite fissato non si poteva andare. Ebbene, la Regione, presente con l’assessore Massimo Giorgetti, pose il veto su quella parte della delibera, dicendo che se non fosse stata tolta la Regione non avrebbe firmato. Ecco perchè l’Enel e i Consorzi irrigui possono continuare a svuotare i laghi bellunesi, senza che nessuno possa dire qualcosa. Vorrei ricordare questo al sindaco di Farra (di An come lo era Giorgetti) che vuole fare una processione per la pioggia, e al sindaco di Calalzo (stesso partito di provenienza) che tuona contro l’Enel».
I Consorzi irrigui della pianura prelevano acqua bellunese tutto l’anno, anche in inverno: 48 metri cubi al secondo in inverno e 105 metri cubi d’estate. «Tutto quello che vogliono lo prendono», aggiunge Reolon. «Il motivo per cui Giorgetti, su indicazione di Galan, pose quel veto, era ovvio: i Consorzi irrigui dovevano poter continuare a prelevare tutto quello che volevano».
Reolon aggiunge che anche sul deflusso minimo vitale i bellunesi vengono truffati. Per tre mesi in estate e per tre mesi in inverno, il minimo deflusso viene abbassato ulteriormente. «Doveva essere una sperimentazione, è diventata una norma. Che è un controsenso: perchè la parola “deflusso minimo” indica già che sotto quella soglia non si deve andare». Anche sull’applicazione della norma sul deflusso minimo, ci sarebbe qualcosa da dire, aggiunge Reolon: «Vengono fatti i controlli?».
«La Regione ha continuato a tutelare la produzione dell’energia elettrica e l’irrigazione della pianura a discapito del territorio circostante ai laghi, e all’economia che ruota attorno ai bacini: il turismo ma non solo».
C’è qualcosa da fare? «Occorre rimettere in moto la partita acqua in Regione. Cosa che mi propongo di fare. Tra l’altro la Regione ha assunto ulteriori competenze in questi anni. Non sono contro l’agricoltura di pianura, beninteso, ma contro il tipo di coltivazioni che si fanno, che richiedono un grandissimo apporto di acqua, contro gli sprechi e le perdite del sistema di irrigazione: sono dieci anni che i Consorzi irrigui non fanno interventi sulla rete di distribuzione dell’acqua».
di Marcella Corrà (fonte: Corriere delle Alpi)