A 25 anni dal primo soggiorno di Papa Woytila in Cadore, e a poco più di un anno dalla sua beatificazione, avvenuta il 1° maggio 2011, il Museo dei Papi di Lorenzago si appresta ad aprire nuovamente al pubblico. E sarà una stagione del tutto speciale, parola di Marco d’Ambros, che ne è il curatore e lo gestisce insieme ad un gruppo di volontari. «Il museo è nato nel 2005 e stiamo lavorando per ottenere il riconoscimento da parte della Regione», spiega D’Ambros.

E intanto fervono i preparativi per ricordare il quarto di secolo dalla prima vacanza papale a Lorenzago, iniziata esattamente l’8 luglio 1987 alle 19,15, nei prati di Mirabello.«Avremo messe solenni, conferenze con personaggi illustri, concerti, mostre e il calendario completo sarà reso noto a breve. Ci aspettiamo un buon seguito di pubblico e contiamo di superare le 4.000 presenze annuali che abbiamo avuto fino ad ora».

Nel 1987, dunque, per la prima volta nella bimillenaria storia della Chiesa Cattolica, un pontefice decise di trascorrere le vacanze al di fuori da Castel Gandolfo e la meta prescelta fu proprio Lorenzago. Vacanze in montagna che si ripeteranno per altre cinque volte, nel 1988, 1992, 1993, 1996 e 1998. «Già questo è sufficiente a rendere il nostro paese ben noto in tutto il mondo cattolico e meta di pellegrinaggio», sostiene D’Ambros, «ma ricordiamo che anche il successore di Giovanni Paolo II, Papa Ratzinger, ha deciso di trascorrere le sue vacanze a Lorenzago nel 2007, ed è per questa ragione che una sezione del museo è stata dedicata anche a lui».

L’idea del museo nasce nel 2005, alla morte del Papa Giovanni Paolo II, grazie a un gruppo di giovani volontari e con l’avallo del parroco di Lorenzago, don Sergio De Martin. «Si voleva fare qualcosa di concreto per ricordare queste importanti presenze, che avevano dato lustro al nostro paese. Per la sede venne individuato lo storico edificio della canonica, ormai in disuso da qualche anno, edificio ottocentesco costruito con la pietra di recupero dell’abbattimento del campanile».

Un lungo corridoio centrale che taglia in due l’edificio, quattro stanze laterali, la fattura delle case signorili di un tempo, questo palazzo per quasi sessant’anni ha ospitato il parroco don Sesto Da Pra, che ha sempre accolto il papa nelle sue vacanze, così da instaurare con lui un rapporto di stima e profonda amicizia ed essere nominato monsignore. Per questo al piano terra è stato conservato il suo ufficio, con foto e ricordi di questo pastore che ha guidato le anime di Lorenzago dal 1940 al 2000; al piano superiore è poi raccolta tutta la sua biblioteca che, per volere testamentario, è rimasta a disposizione della parrocchia.

La prima ala del museo è stata inaugurata il 12 luglio 2005 , dal vescovo di Ventimiglia-San Remo mons. Alberto Maria Careggio, accompagnatore del Papa nelle sue escursioni in Valle d’Aosta; la seconda ala è stata inaugurata nel 2006 da mons. Cesare Nosiglia, già vescovo di Vicenza ed ora a Torino.

In esposizione sono state messe dapprima le foto che ritraggono il Santo Padre in particolari momenti, ufficiali e in mezzo alla natura e alla gente comune; poi nel tempo, si sono aggiunti oggetti assai preziosi appartenuti a Karol Wojtyla e donati direttamente dal suo segretario particolare e cittadino onorario di Lorenzago, il cardinale arcivescovo di Cracovia Stanislao Dziwisz, dal vescovo emerito di Belluno-Feltre Mons. Maffeo Ducoli, dal commendator Camillo Cibin, già Capo della gendarmeria vaticana e da altri amici che hanno avuto a cuore questa iniziativa.

Dal 2007, come detto, un locale è dedicato alla presenza di Papa Benedetto XVI che, seguendo le orme del suo predecessore ha voluto trascorrere a Lorenzago circa tre settimane. In questa stanza si trovano fotografie scattate nel verde, lo sgabello adoperato da Papa Ratzinger per suonare il pianoforte e l’inginocchiatoio usato durante la visita nella chiesa parrocchiale.
Il Museo aprirà il 6 luglio, dal 7 poi il via alle celebrazioni del venticinquennale.

di Stefano Vietina – Fonte: Corriere Delle Alpi