Nove esuberi e 49 persone trasferite a Noventa Padovana con chiusura dello stabilimento entro il 30 novembre prossimo. È questa la proposta che ieri i vertici della Gatto Astucci di Domegge hanno messo sul tavolo provinciale alla presenza di un esponente della Prefettura, dei sindacati e dell’amministrazione comunale. Ma le organizzazioni sindacali e il Comune di Domegge non ci stanno e si preparano a dichiarare una giornata di sciopero l’11 settembre per manifestare a Milano davanti alla sede del Centro Banca sgr, socio di maggioranza della società proprietaria della ditta bellunese.
L’intenzione di trasferire la cinquantina di lavoratori nel Padovano e chiudere la fabbrica era emersa all’inizio di agosto, e già allora i sindacati erano insorti. Era stata data alla società, però, la possibilità di rivedere la proposta. Ma ieri l’intenzione è diventata realtà.
«C’era la possibilità per l’azienda di cambiare idea, visto che con delle azioni potrebbe riprendere a fare fatturato, ma così non è stato», precisa Denise Casanova della Cgil. «A queste condizioni, quindi, non intendiamo aprire alcuna trattativa. La nostra intenzione l’abbiamo espressa ieri all’incontro a palazzo Piloni con l’amministratore delegato del socio di maggioranza, un istituto di credito. Ora siamo intenzionati a mettere in moto tutti i soggetti interessati, dalle parti sociali a quelli politici e amministrativi per far cambiare rotta alla banca».
Per Casanova «quanto sta accadendo alla Gatto Astucci è il risultato dell’affidamento ad un istituto di credito di uno stabilimento, un soggetto produttivo. Le banche guardano solo al profitto».
Insorge anche il sindaco Lino Paolo Fedon che annuncia la sua presenza martedì alla manifestazione di protesta dei lavoratori a Milano. «Trasferire nel Padovano 49 lavoratori è impensabile, anzi significa mascherare i licenziamenti facendoli passare per trasferimenti. Come si può pensare che delle persone vadano a lavorare a 200 chilometri di distanza?», dice Fedon che conclude: «Non possiamo permettere di perdere altri posti di lavoro. Per questo mi sono già attivato ancora col Prefetto e con la Provincia che si farà capofila nel cercare di giungere a una soluzione. Quella proposta è una manovra inaccettabile. Speravamo ci fosse un margine di ragionevolezza da parte dei proprietari, ma così non è stato». La battaglia per i posti di lavoro è appena iniziata.
di Paola Dall’Anese
Fonte: Corriere Delle Alpi