Da Vittorio Veneto si fa pressing per il prolungamento dell’A27. È favorevole l’amministrazione comunale, a seguito anche dell’insistenza del presidente della Regione, Luca Zaia. A Conegliano pure, col sindaco Floriano Zambon. Piero Zanchettin, di San Fior, per lunghi anni l’anima del Movimento popolare a sostegno dell’arteria, non ha mai smesso di combattere. Ma ieri il ministro dell’ambiente Corrado Clini ed i suoi collaboratori, presenti all’Expo Dolomiti, hanno chiarito che l’autostrada arriverà fino alle porte del Cadore e poi si fermerà definitivamente. Anche perché il protocollo Trasporti della convenzione delle Alpi, in ratifica al parlamento (contraria la Lega Nord) non consente nuovi attraversamenti autostradali della frontiera.
«La Venezia Monaco, ovvero il prolungamento dal Cadore, non si farà mai, perché non è stato previsto in nessun obiettivo degli ultimi governi», afferma Paolo Angelini, coordinatore ministeriale della Convenzione delle Alpi, «e il protocollo dei trasporti, che sarà approvato in via definitiva dal Parlamento nelle prossime settimane, esclude ipotesi di nuovi attraversamenti autostradali delle Alpi».
Gli ambientalisti – come il vittoriese Tojo De Savorgnani di Mountain Wildernes – sono contrarissimi. E non solo al collegamento con Monaco, anche al passante Alpe Adria, da Pian di Vedoia, dove si ferma oggi l’arteria, alle porte del Cadore. Passante per il quale è invece disponibile il ministro Clini. «Il passante Alpe Adria, di circa 20 km, è parte integrante dell’opera identificata come completamento dell’A27 Alemagna e come collegamento con l’A23, a suo tempo considerata un’infrastruttura strategica dal Parlamento.
«Recentemente», puntualizza il ministro, «la Via del ministero si è espressa con parere favorevole. Tuttavia, data la presenza di posizioni e opinioni contrastanti a livello nazionale e locale, su questo prolungamento è indispensabile per le autorità competenti tenere conto e rispettare anche le ragioni di chi si oppone al progetto». Secondo Clini, «con questa logica sarà possibile lavorare insieme per trovare le migliori soluzioni alle esigenze di sviluppo dell’imprenditoria veneta che, tuttavia, non possono rimanere condizionate da modelli di sviluppo di 40 anni fa».
di Francesco Dal Mas
Fonte: Corriere delle Alpi