«Alla scadenza del mio attuale mandato», ha annunciato il vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, Matteo Toscani, «uscirò dalla politica definitivamente. Ho deciso di chiudere la mia carriera politica definitivamente a 49 anni».

L’annuncio è stato fatto dallo stesso Toscani nel corso del suo intervento di sabato alla presentazione dell’inchiesta del Rotary Club Cadore/Cortina avvenuta nella sala San Giorgio, a Domegge. Nel suo intervento, in risposta agli studenti che lamentavano l’esistenza di una frattura tra i giovani e le istituzioni, fatto che condizionerebbe pesantemente il loro futuro, il vicepresidente Toscani ha lanciato un esplicito invito alle nuove leve perché entrino al più presto nelle stanze dei bottoni.

«A 24 anni ero già amministratore», ha affermato Toscani, «e a 29 sono stato eletto sindaco, confrontandomi con un avversario più anziano e con maggiore esperienza di me. I cittadini mi hanno dato la loro fiducia, anche se ero molto giovane. Da allora non mi sono più fermato. Dovete farlo anche voi: alle prossime scadenze dovete presentarvi nelle liste ed iniziare a prendere in mano la situazione, perché è necessario un cambio generazionale. Il futuro è nelle vostre mani e solo voi potete realizzare le vostre ambizioni. Per quanto mi riguarda», ha proseguito Toscani, «al termine del mio mandato in Regione lascerò la politica, considerando chiusa a 49 anni questa mia esperienza. Credo di aver fatto sempre con impegno quanto era nelle mie possibilità a favore prima dei cittadini che mi avevano eletto sindaco e successivamente nella mia veste istituzionale a Venezia. Ora è giunto il momento di dire basta. E me ne vado in tutta serenità e consapevole di avere dato il meglio di me stesso».

Chiusa la parentesi, Toscani è tornato a parlare di argomenti più strettamente legati al tema della giornata di Domegge.
«Per quanto riguarda chi vuole andarsene, tutto ciò potrebbe essere anche produttivo, perché potrebbe essere un’esperienza da utilizzare una volta tornati a casa, creando anche cose importanti. Oggi c’è un contrasto tra la montagna e la pianura. Sono convinto che, pur difendendo la montagna, è necessario dialogare con la pianura. Se non c’è questo dialogo, non potrà esserci mai progresso. Il Cadore può offrire ancora un avvenire, ci sono molte opportunità non sfruttate: basta individuarle ed impegnarsi a realizzarle».

di Vittore Doro

Fonte: Corriere delle Alpi