Dove c’era la reception adesso c’è un desolante spazio vuoto; alle pareti i segni dei quadri che sono stati staccati e portati via; in un angolo un registratore di cassa rosso.
Ed alla porta un cartello che fotografa amaramente la realtà: “Il centro termale è chiuso”. Ma fino a quando? Per sempre? È questo l’interrogativo che assilla i comeliani: se le Terme non apriranno questo inverno, a causa del braccio di ferro fra la società di gestione, controllata dalle Cooperative di Treviso, ed il proprietario dello stabile, ovvero il Comune di Comelico, ce la faranno poi a rialzarsi? In paese il pessimismo si mischia alla voglia di non rassegnarsi: qualcuno spera che il sindaco abbia un asso nella manica per poter garantire l’apertura invernale.

«Al momento non c’è nulla – replica Mario Zandonella Necca – stiamo facendo l’inventario mentre la società di gestione sta ritirando i materiali di sua proprietà. Potevano anche farlo prima o lasciare gli arredi e vedere di concordare una vendita di questo materiale ad un eventuale nuovo gestore. Purtroppo invece siamo in clamoroso ritardo».

In settimana vi sarà la riconsegna delle chiavi delle Terme al Comune. Nel frattempo il sindaco domani sera alle 20 in Consiglio proporrà un assestamento di bilancio.
«I 170.000 euro che la società di gestione doveva al Comune per gli affitti arretrati sono iscritti a bilancio come entrata ed in qualche modo dovremo provvedere a ripianare questo buco, per ritrovare l’equilibrio finanziario. Come? Parte con l’avanzo che abbiamo, parte con l’aumento dell’Imu. Ma dobbiamo discuterne in Consiglio».

Nessuna novità, invece, in merito alla richiesta del Consorzio Turistico Val Comelico di andare ad un incontro pubblico col sindaco per chiarire tutta la vicenda, e se possibile, individuare qualche soluzione. Ed allora il presidente del Consorzio Gianluigi Topran d’Agata ha convocato per questa sera i consorziati, alle 20,30 nella sala della Regola di Padola.
«Perché – scrive – la situazione di chiusura del centro termale rischia di provocare a breve termine conseguenze drammatiche per le attività turistiche consorziate e non. Per questo invitiamo tutti a partecipare». Amaro infine il sindaco: «La struttura che ci riconsegnano non è certo una macchina pronta immediatamente a ripartire. Considerato che portano via buona parte dei loro arredi, diciamo che ci lasciano un veicolo senza gomme, cofano e parabrezza».

di Stefano Vietina

Fonte: Corriere delle Alpi