Provincia sì. Provincia no.
Dopo le fiaccolate, dopo i cortei, dopo la cagnara che è montata a furor di popolo il governo ha legiferato e ha salvato la Provincia di Belluno.
Vince Lombardo, famoso allenatore di football americano, era solito dire che se la gente voleva lo spettacolo doveva andare al cinema, perché lui era pagato per vincere i campionati.
E’ divertente osservare come tutti facciano le corse ad attribuirsi i meriti di una vittoria che ha piuttosto il sapore di una polpetta avvelenata, visto che assieme al salvataggio della grande moribonda si preannuncia un taglio pari al 30% del bilancio provinciale.
Cosa significa ?
Vuol dire che per conservare un diritto ad amministrare un territorio ampio e diversificato come quello bellunese dovremo fare le nozze coi fichi secchi.
Meno sale sulle strade d’inverno, ospedali e interi reparti cassati via, trasporto scolastico ridotto ed economie non tanto da cinghia tirata quanto piuttosto da grande carestia.
Come dire, dopo aver tanto dato, ecco come venite premiati: una bella patacca di latta.
Avrei gradito che le forze politiche, la pubblica amministrazione e quelle stesse autorità che sono così pronte ad ascriversi il successo popolare e si dimostrano così solerti nel fornire dichiarazioni d’entusiasmo ai giornali ci avessero spiegato come intendono procedere adesso che la grande balena non è più spiaggiata ma è tornata a nuotare.
Il silenzio imbarazzante della politica di fronte al bisogno di risposte è eloquente.
Il periodo è di vacche magre e la deriva è un declino che se non riesce a “fare sistema” difficilmente si riuscirà ad invertire.
Intendiamoci non esiste nessun capitano Achab che con cieca e ostinata furia bracca il cetaceo per tutto l’emisfero australe ma, se non si vuole restare isolati, è necessario intercettare il bisogno di cambiamento e profondo rinnovamento che significa ripensare il modello di sviluppo del territorio.
Il rischio è di finire come i panda nella riserva: in via di estinzione, ma tranquilli, gli occhi neri ce li hanno già fatti.
Massimiliano Garavini
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