Dal primo gennaio il Centro di procreazione medicalmente assistita di Pieve di Cadore sarà completamente autonomo. In poche parole, lavorerà con personale dell’Usl 1: la collaborazione con il Sismer di Bologna, quindi, può dirsi conclusa. E col nuovo anno ci sarà anche un’altra novità: le donne in gravidanza non dovranno più fare la coda al mattino per fare il prelievo di sangue, ma si potranno rivolgere direttamente al reparto di ginecologia.
Il centro di procreazione a Pieve di Cadore. «Dopo diversi anni, i tempi sono diventati maturi per camminare con le nostre gambe. L’aiuto del Sismer è stato importante per il Cma cadorino, ma con l’assunzione della nuova biologa e la formazione di un paio di medici, potremo andare avanti da soli», precisa il direttore dell’unità operativa di ginecologia Antonino Lo Re.
«La nuova biologa che l’Usl ha appena assunto è molto preparata e qualificata. Inoltre, è anche bellunese, una caratteristica che ci dà delle garanzie di continuità», aggiunte Lo Re, che spiega come l’obiettivo sia ora quello di rendere provinciale il servizio di fecondazione assistita: «Abbiamo intrapreso una fattiva collaborazione anche col dottor Spolaor di Feltre, dove c’è un centro base su questo campo». In un’ottica di rete, quindi, le pazienti potranno fare a Pieve di Cadore il colloquio, il prelievo degli ovociti e l’impianto, mentre si potranno rivolgere al centro feltrino per tutto il resto.
L’obiettivo del primario è l’incremento del numero delle pazienti. «Abbiamo notato un aumento delle richieste, ma il nostro scopo è il superamento dei 150 trattamenti all’anno».
Resta sullo sfondo la questione delle schede ospedaliere. «Attendiamo di capire cosa succederà. Ma anche se dovesse chiudere il punto nascite di Pieve di Cadore, il Centro di fecondazione rimarrebbe aperto assieme al day surgery ginecologico, sgravando così le sale operatorie di Belluno». Già da un anno, infatti, i medici della ginecologia del San Martino si alternano ai colleghi cadorini che vengono a loro volta nel capoluogo per aumentare la qualità del servizio.
Gli esami per le donne incinte. In arrivo anche una buona notizia per le future mamme. Da tempo, infatti, veniva lamentato un disagio da parte delle pazienti in gravidanza, costrette a ore di attesa per un prelievo del sangue. Qualcuno si era mosso per riservare una corsia preferenziale per queste pazienti, ma finora l’appello non era stato ascoltato. Ora, finalmente, qualcosa cambierà. «Ogni anno a Belluno facciamo 620 parti. Se calcoliamo che le donne durante questi nove mesi devono sottoporsi almeno a cinque esami del sangue, arriviamo a superare i 3 mila accessi. Grazie alla collaborazione con la direttrice del laboratorio analisi, ci stiamo organizzando per riuscire a distinguere queste pazienti dagli altri. Tra gennaio e febbraio prossimo, infatti, il personale del laboratorio sarà a disposizione del reparto di ginecologia. Stiamo organizzando orari e modalità di accesso per non togliere personale al laboratorio, dove la mole di lavoro è molto elevata. Definiti gli ultimi aspetti, saremo pronti a partire», conclude il primario Antonino Lo Re.
di Paola Dall’Anese
Fonte: Corrierealpi.gelocal.it