La strada che dalla diga Enel di Pieve di Cadore porta al ristorante Baja del Lago (ex Miralago) ed all’altipiano di Vedorcia, è ancora interrotta dopo lo smottamento verificatosi durante la mini-alluvione di tre settimane fa.

A dire il vero, la strada della larghezza di circa 6 metri, era già in parte pericolante da alcuni anni, ma sinora non rappresentava un pericolo per il transito dei veicoli normali, tanto che l’Enel aveva già elaborato un progetto per eseguire i lavori di riparazione.

Le abbondanti precipitazioni di novembre hanno fatto scivolare verso la superficie del lago i grandi gabbioni di sassi che costituiscono il muro di sostegno della strada verso nord, rendendo molto pericoloso il transito anche dei piccoli veicoli come i quad e le motoslitte. «Quella strada», spiega Ornella Boscarin, comandante della polizia locale di Pieve, «è molto importante per l’economia della frazione di Sottocastello: non porta solamente al ristorante, ma anche a Vedorcia, dove molte famiglie hanno una casetta o uno chalet e degli appezzamenti di terreno. Per questo non è possibile tenerla chiusa senza causare un grave danno economico a Sottocastello. Partendo da questa considerazione la scorsa settimana ho interessato l’Enel, corresponsabile della strada, che ha inviato a Sottocastello un tecnico che ha eseguito una prima perizia, stabilendo che in questo momento non è possibile riaprirla al transito».

È arrivato poi da Vittorio Veneto un altro dirigente, con il quale si è decisa una linea d’azione per le prossime settimane. «L’azienda elaborerà un progetto per il rifacimento della decina di metri di lunghezza della frana, e poi provvederà ad eseguire i lavori. Resta però, per gli abitanti di Sottocastello il problema dei tempi che ci vorranno per rifare il tratto di strada. Un lavoro importante che richiederà anche la messa in opera di alcuni micropali di rinforzo. La gente non può aspettare dei mesi, forse 5-6. È nata allora una proposta per anticipare i tempi: cercare una soluzione provvisoria, che potrà essere realizzata solo sbancando in parte la scarpata a sud, allargando così la strada di una misura tale da renderla transitabile ai piccoli mezzi: i trattorini necessari per collegare il paese con le baite di Vedorcia e le moto slitte per collegare i rifugi».

Vittore Doro

Fonte: Corrierealpi.gelocal.it