Ventimila euro a favore della scuola per cani guida dei Lions di Limbiate (MI). Non un euro di meno per ritirare la denuncia che Nicoletta Ditadi ha rivolto al Monaco Sport Hotel di Santo Stefano. La voce è gentile, ma ferma. Per sé non chiede nulla, la signora non vedente di Mirano; nemmeno quel soggiorno gratuito (per lei, il marito Loris Zambonin ed il cane, un labrador di nome Linda) che il direttore dell’hotel, Sergio De Candido, le ha offerto per chiudere in via amichevole la vicenda. Nata, continua a dire lui, da un equivoco.
«Guardi, io a Santo Stefano non voglio proprio andare», spiega al telefono Nicoletta Ditadi, «la montagna non mi piace granché, non sopporto il freddo. La nostra scelta di trascorrere qualche giorno in Comelico era dettata da un desiderio di mio marito, che avrei soddisfatto volentieri anche perché, tramite il sito web Groupon, avevamo trovato una combinazione veramente favorevole, ma da prenotare entro il 31 dicembre. Per questo ho telefonato verso l’ora di pranzo di quel giorno».
L’offerta era effettivamente interessante, trattandosi di una spesa di 39 euro al giorno (camera con prima colazione), per tre giorni, per la coppia. Ma… Ma c’era anche il cane, per il quale, in una concitata telefonata, il direttore del Monaco aveva richiesto un sovrapprezzo di 9 euro al giorno. Non essendo al corrente che la normativa prevede, invece, ingresso gratuito per i cani guida per ciechi. Un errore che, raggiunto dalla denuncia e fatte le necessarie verifiche, De Candido ha subito ammesso, cercando di chiudere in via amichevole lo spiacevole incidente.
Ma per Nicoletta Ditadi ora è una questione di principio.
«La invito ad andare a vedere sul sito della scuola per cani guida di Limbiate», precisa, «e vedrà che la mia richiesta non è per nulla esorbitante. Per un cucciolo ci vogliono 12.000 euro, più il costo dell’addestramento. E ci sono liste di attesa di due anni per avere un cane guida. Se il signor De Candido è davvero rammaricato, faccia questa donazione e ritiro immediatamente la denuncia. Per quanto mi riguarda, di certo non vado a fare vacanza in un posto dove, può ben capirlo, non mi sentirei accettata. Anche perché i toni usati nei miei confronti non mi sono mai piaciuti per niente».
E l’albergatore cosa dice?
«La cifra mi sembra eccessiva e non capisco tutto questo accanimento. Ribadisco che si è trattato solo di una telefonata e di un fraintendimento. Nessuno è stato cacciato via dal nostro albergo perché nessuno ha prenotato, ma ha solo chiesto informazioni. Nel dare una risposta in velocità, in un momento di forte lavoro trattandosi della fine dell’anno, forse sono stato un po’ brusco, ma nulla di più. Io fatico dalle 6 del mattino a notte fonda per mandare avanti la mia attività, la cifra che mi viene richiesta non ha riscontri nella realtà».
La legge prevede, in caso di condanna, un’ammenda per chi ha rifiutato l’ospitalità di un cane guida che va da 500 a 2.500 euro. Ma il titolare dell’albergo conclude: «Pur ritenendo di non dover nulla e di non rischiare nulla dal punto di vista legale, ribadisco la nostra offerta ai signori Ditadi e Zambonin per un soggiorno qui da noi. Un aiuto alla scuola cani guida di Limbiate, poi, lo daremo senz’altro, non a seguito però di questa spiacevole vicenda, ma in ossequio alla sensibilità per le cause sociali che abbiamo sempre dimostrato in 40 anni di lavoro e che è facilmente riscontrabile».
La questione probabilmente passerà in mano agli avvocati.
Fonte: Corrierealpi.gelocal.it