«Dall’incontro con il nuovo direttore generale della Usl1, Pier Paolo Faronato, il gruppo di lavoro che segue la sanità del distretto n.1 esce profondamente deluso». Lo scrivono a chiare lettere Maria Antonia Ciotti (sindaco di Pieve di Cadore), Alessandra Buzzo (sindaco di Santo Stefano), Roberto Bacchilega (assessore turismo e sport di Lorenzago), Giuseppe Belfi (vice sindaco di Borca di Cadore), Daniele Zandonella (assessore alla sanità di Comelico Superiore).

Sono profondamente delusi, spiegano, «in quanto il direttore generale, al di là di proclamare che Pieve resterà l’ospedale per acuti, con le successive parole ha praticamente dato l’ok al suo depotenziamento. Come può essere un ospedale per acuti se si continuano a togliere servizi? Se si propone solo la chirurgia di elezione e non quella d’urgenza?».
Tutti d’accordo, insomma, che qualcosa non quadra nelle parole del nuovo direttore. Da un lato tranquillizza, dall’altro però si fa interprete di una linea politica, qual è quella della Regione, che pare essere sensibile più alla logica dei numeri che a quella delle persone.

«Egli sembra essere un mero esecutore della volontà di questa nostra Regione Veneto che sta distruggendo quel poco che ci è rimasto», scrivono ancora i cinque amministratori, «ma qui non siamo né a Treviso, né a Padova, bensì in una zona alpina, ed il territorio alpino va salvaguardato per fa sì che l’emorragia di gente che se ne va venga arrestata».
Si torna, insomma, al nodo cruciale. «Se mancano i servizi essenziali, le famiglie se ne vanno, lo sappiamo bene».
Poi, se se ne vanno le persone, calano i numeri della struttura ospedaliera, e questo offre il destro a chi si sofferma solo sulle statistiche per giustificare ulteriori tagli. «E’ un nostro diritto poter salvare la vita entro mezz’ora dall’evento dannoso; oggi a fatica si arriva a Pieve di Cadore dal Comelico e dall’Ampezzano figuriamoci a Belluno».

Partita persa, dunque? «No, noi sindaci ed amministratori, i primi responsabili della sicurezza dei cittadini, non ci arrenderemo mai e continueremo a combattere per mantenere integra la nostra unica struttura ospedaliera rimasta».
«Questa nota», spiega Alessandra Buzzo, «è nata dopo l’incontro con il nuovo direttore, durante il quale ci è parso di capire che il suo obiettivo prioritario non è tanto il servizio all’utenza, quanto il pareggio di bilancio della Usl 1. Non solo: Faronato più volte ha ribadito che queste sono le scelte della Regione e che lui è solo un esecutore. Questo ci preoccupa molto, anche perché per noi l’ospedale di Pieve non si tocca». Un’ultima chiosa, Maria Antonia Ciotti la riserva poi alla questione dell’auto blu, cui Faronato ha rinunciato. «Ha fatto solo il suo dovere, non vedo la necessità di tutto questo clamore. Molti altri dovrebbero seguirlo».

(s.v.)

Fonte: Corrierealpi.gelocal.it