Il bosco nel bosco, prodigio della natura e insieme luogo dell’anima, si apre a tutti i visitatori dell’antica foresta di Somadida. Dal 6 luglio, con l’inaugurazione di una biblioteca realizzata all’interno di una piccola baita nel cuore della vegetazione. Grazie a Paola Favero, comandante dell’Ufficio per la biodiversità di Vittorio Veneto del Corpo forestale dello Stato, nonché studiosa di tradizione popolare e scrittrice, saranno messi gratuitamente a disposizione dei gitanti libri di ogni epoca, purché legati al bosco. Saggi, guide, volumi scientifici, ma pure romanzi, fiabe, poesie: ovunque la penna dello scrittore abbia celebrato il mistero forestale. Si potranno così leggere, sotto una pianta o sul greto del torrente, le descrizioni dei boschi di betulle di Tolstoj, i versi di Puskin, le avventurose narrazioni di Jack London o i pensieri di Herman Hesse. E sono previsti anche tre punti di ascolto per i non vedenti, con una scelta dei brani più belli.
Proprio di fronte alle Tre Cime di Lavaredo, la riserva naturale orientata di Somadida, gestita dal Cfs e abitata da cervi, caprioli, ermellini, rari picchi cenerini, si estende per 1.676 ettari fra foresta e rocce d’alta quota; dal fondovalle risale fin quasi a tremila metri abbracciando il gruppo delle bellissime e selvagge Marmarole. «Qui, Ermanno Olmi girò parte del magnifico Il segreto del bosco vecchio, tratto dal romanzo di Buzzati: lo scrittore veniva spesso a camminarci e si pensa che ne trasse parte dell’ispirazione per la sua foresta immaginaria» racconta Paola Favero. Ma la storia ci guida molto indietro, ai tempi in cui la Repubblica di Venezia attingeva dalla Foresta del Cansiglio, a un centinaio di chilometri, i remi di faggio per le sue navi, mentre gli abeti di Somadida diventavano le antenne delle sue galere. Vigeva tuttavia il divieto di tagliare qualsiasi albero finché non fosse in età più che adulta, cosicché il bosco rimanesse integro. Somadida era stata donata alla Serenissima dalla Magnifica Comunità Cadorina il 2 luglio 1463 e per tale motivo a lungo fu soprannominata Vizza di San Marco.
«Il bosco è uno dei più grandi simboli dell’inconscio, fa parte del patrimonio psichico e onirico dell’uomo. Non a caso in una selva lo stesso Dante intraprende il suo viaggio iniziatico», spiega la germanista Ulrike Kindl, ospite d’onore all’inaugurazione quale autorevole esperta dei miti ladini che riecheggiano a queste altitudini. Fra le figure leggendarie legate a Somadida, la studiosa ricorda l’enigmatica Dona Dindia, potente signora dal castello purpureo, e dice: «La biblioteca nel bosco è un’iniziativa straordinaria».
Alessandro Bottacci, dirigente dell’Ufficio centrale per la biodiversità del Cfs, commenta: «Bosco vetusto e cultura sono entrambe eredità del passato che cerchiamo di trasferire al futuro. Somadida è una riserva naturale orientata. Significa che non viene usata per la produzione di legno, ed è chiusa alla caccia: si fa tutela dell’ecosistema del bosco e del suo sviluppo naturale. È frequentata da alcune migliaia di visitatori l’anno, finora educati e responsabili». Fra poco, anche con un libro in mano, dall’opera di Rigoni Stern a quel Carlo Felice Wolff che scrisse negli anni Venti I monti pallidi e fu il primo a raccogliere e riportare con passione romantica le leggende dolomitiche affollate di principesse. È anche grazie a lui che in cima alle Marmarole continua a vivere Tanna, la regina dei Crodares senza-cuore. Unica a provare sentimenti, Tanna abbandonò il suo popolo per avvicinarsi al genere umano che però la deluse: tornò così fra la sua gente e anche il suo cuore si fece di ghiaccio. La biblioteca nel bosco accetta donazioni di libri che si possono inviare all’Ufficio Territoriale per la Biodiversità Cfs di Vittorio Veneto.
di Margherita D’Amico
Fonte: Repubblica.it