Qui tra i monti del Cadore, oggi è un giorno un pò speciale, gli invitati sono in tanti, e tre coppie a festeggiare.
Inizia così “Fiori d’arancio e baci di caffè“, la canzone dei Modena City Ramblers, gruppo punk-rock conosciuto a livello nazionale e in attività da oltre vent’anni.
Il testo non lascia dubbi e si capisce presto come sia ispirato ad una storia vera, ovvero il triplice matrimonio tra i profughi africani e le ragazze comeliane, che tanto aveva fatto parlare poco più di un anno fa (marzo 2012).
Una bella storia, di amore vero, che ha trionfato contro i soliti pregiudizi e luoghi comuni. Talmente bella e particolare da esser appunto stata immortalata in una piacevolissima canzone, contenuta nell’album “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, uscito di recente. I MCR affrontano con ironia e intelligenza il delicato tema dell’integrazione e del razzismo, mettendo in musica riflessioni che siamo contenti e orgogliosi di ascoltare, soprattutto sapendo che nascono dal Cadore.
Di seguito la canzone e il testo completo.
Fiori d’arancio, chicchi di riso, cocco, polenta, baci di caffè!
Qui tra i monti del Cadore, oggi è un giorno un pò speciale,
gli invitati sono in tanti, e tre coppie a festeggiare.
In paese le notizia ha stupito anche il prete,
Tre figlie con la mano con un giovane africano!
Eran magri e spaventati quando qui sono arrivati,
quando qui sono arrivati, Clandestini sulla nave,
poi il destino gli ha portati, dove il mare è un miraggio
e la neve invece e nera, con magliette e infradito a scalare un sogno ardito.Fiori d’arancio, chicchi di riso, cocco, polenta e baci di caffè!
C’è chi vince il pregiudizio, e rincorre un pò d’amore
e chi storce pure il naso, e alle spalle va a colpire.
C’è chi dice “non so razzista ma ci tengo alla mia valle”,
mentre mogli trascurate sognan valli mai toccate!
I confetti sono pronti mandorla e cioccolato,
ebano ed avorio insieme, una promessa ed un bacio.
Brillano la fede, e il bouquet volan sul Piave,
i ragazzi col furgone han portato anche il salame!Uomo nero la strada ti chiama, infradito e polsi da catena.
Uomo nero sei coltello e mistero, la luna è il palo del tuo cielo nero.
Fratello dalla pelle di tabarro, è la paura che ti veste ad ogni ballo,
il ballo della gente che non sa dire niente, il ballo di chi è povero ma diversamente da te
che non sei di pelle uguale a noi, da te che non hai qui cresciuto i figli tuoi.Ci saranno corvi in volo, sopra questi monti
e nuvole maligne a nascondere i tramonti,
ma le strade di montagna, confidano nei ponti,
quindi adesso lancia il riso e balla!Fiori d’arancio, chicchi di riso, cocco, polenta e baci di caffè!
Mamagranda, Mamafrica bacia il forestiero
Mamagranda, Mamaveneta bacia il forestiero