Come gestore del Gran Caffè Tiziano e soprattutto cittadino Italiano con famiglia e “con lavoro”, vorrei, anche a nome di chi volesse associarsi a questa lettera, far presente la mia posizione.
E’ un dato di fatto che la manifestazione di domenica contro i tagli ai servizi di montagna, ha ottenuto un risultato a dir poco eccezionale e di gran lunga ha superato le più rosee aspettative. Come già accennato in un paio di righe su facebook, chi quel giorno non ha potuto partecipare perché impegnato nel lavoro, nello sport, oppure ammalato, o comunque fosse stato impossibilitato a manifestare, appoggia comunque l’iniziativa e la protesta. Penso, che queste persone non valgano meno di chi era sul Ponte Cadore. Forse anche chi non ha partecipato volutamente, può darsi che non senta ancora la gravità di questo passaggio epocale che stiamo vivendo. Momento di una crisi che chissà perché sta punendo probabilmente in maniera maggiore i cittadini che vivono in stati governati male o in una maniera superficiale. Una cosa ci tengo a sottolineare sulla politica: sono soprattutto le cose positive che ci fanno vivere in pace, bene, democraticamente, con libertà di pensiero. E’ diritto di ognuno manifestare in maniera pacifica, esprimendo opinioni e dissensi, come sicuramente negli ultimi anni non siamo più stati abituati fare in questa maniera. Ma cosa è avvenuto di grande e importante nelle nostre zone? E qui lascerei un pò a voi la risposta. Da parte mia negli ultimi 50 anni ho visto materializzarsi un ponte con una curva parabolica al contrario, una galleria per il Comelico che “spande aga su duti i ciantoi” e nella famosa curva di Valle aggiungersi un semaforo.
A mio avviso non si può prendere ad esempio il Trentino, dove anche con buone ragioni, riescono a mantenere sul territorio gran parte dei soldi senza versarli a Roma. Bisogna ammettere che loro ne fanno un ottimo utilizzo: hanno fatto le tangenziali ai paesi, hanno fatto la ferrovia elettrica in un batti baleno, e delle stazioni ferroviarie accanto alle stazioni sciistiche a dir poco eccezionali. Insomma penso che basti farsi un giro da quelle parti per veder in un batter d’occhio la differenza, anche del colore dell’erba rispetto qui. Ci meravigliamo che qui tolgono servizi quando la gente se ne va via e non torna più e siamo abituati solo a rattoppare le cose che non vanno, senza pensare che vanno rifatte e riviste da zero. Allora poi si potrà parlare di fare nuove vie di comunicazione e aspettare dei nuovi servizi per i cittadini. In questo momento mi sembra che abbiamo un po’ perso tutti la ragione.
Sul corteo del ponte Cadore uno striscione mi ha molto meravigliato: “MAI CON TREVISO”. I rancori li dobbiamo portare avanti fino a quando? Io penserei diversamente: Belluno-Treviso-Venezia pensate un po’ che ne sarebbe del futuro dei nostri figli e delle nostre generazioni, sarebbe la regione al mondo più bella in assoluto con delle eccellenze paesaggistiche enogastronomiche e culturali di un incomparabile unicità e bellezza, quindi se questa protesta è rivolta anche allo stato, lo stato siamo anche noi e anche chi ci governa da vicino!
Su un altro striscione c’era scritto: “Toscani De Bona Reolon alzatevi dal Caregon” una volta per tutte fatelo! Tante le promesse fatte negli ultimi anni e mai visto “impiantare nemmeno un chiodo”: strada con ciclabile attorno Lago Centro Cadore, Galleria nuova per il Comelico, Autostrada Venezia Monaco, i così previsti impianti dell’Antelao e Nevegal e chi più ne ha più ne metta.
Se questo paese a livello industriale ha fallito o per meglio dire non funziona più visto la concorrenza estera dove la globalizzazione ha fatto si e in modo che gli schiavi americani non sono un ricordo ma una realtà che si è spostata solo di un continente all’altro, penso che bisogna lanciare il nostro paese una volta per tutte sulle eccellenze e unicità che ci distinguono e che a mio avviso sono soprattutto enogastronomiche e turistiche. Non dimentico la piccola impresa, gli artigiani e quelle che famiglie che unite lavorano da sempre e sempre più lavorano non vedendo mai o sempre meno un orizzonte sereno davanti a loro, con questo voglio dire che al giorno d’oggi non ci si riesce più a comprare una casa, se vuoi una macchina devi fare un debito e che la burocrazia su certi campi supera la fantasia più perversa che uno potrebbe immaginarsi a intralciare il lavoro delle persone oneste e per bene.
Io dal canto mio pur avendo un locale di fama internazionale e che lavora alla grande e di gran lunga più di altri locali con degli incassi annui che tutti possono andare a vedere che non sono né da poco né da sottovalutare, ogni giorno di vita e di lavoro è per me sempre più pesante e tortuoso e con il dubbio quotidiano di non farcela dovendo poi discutere di soldi e pagamenti con fornitori che pur conoscendoli da anni non ti considerano più né come persona né come lavoratore, ma solo come un numero. Allora mi chiedo come si fa nelle nostre valli a pensare di andare avanti mantenendo servizi e agi che non esistono più, se non siamo più capaci di comunicare fra noi con rapporti in reciproca stima e collaborazione?!
La stessa Nives Milani di Radio Cortina alcuni giorni fa diceva che alla manifestazione molta gente si è vista dopo anni: non penso che socializzare voglia dire vedersi così raramente solo per un motivo preciso. Della manifestazione, sempre oggi, sentivo ringraziamenti ed elogi fatti dal sindaco Ciotti a partecipanti, associazioni, sindaci e quant’altro. Una cosa su tutte è stato elogiato il portale web di Matteo Gracis “NuovoCadore” e qui aprirei una parentesi: persone di questo stampo, intelligenti, audaci, giovani e piene di iniziative dovrebbero avere uno spazio molto più grande e visibile nei network radiofonici e televisivi, proprio per far capire che un sistema oltre esser fallito, ha portato anche noi al fallimento.
Penso inoltre, che bisogna ormai finire di “piangere sul latte versato” e da oggi in avanti guardare al futuro con strutture di poco costo e di grande efficacia (…la ciclabile ad esempio). In Svizzera ci sono dei treni che arrivano a 3000 metri e noi non riusciamo a collegare Calalzo con Dobbiaco, potendo creare oltre alla rete che serve per i lavoratori, gli studenti e l’economia, un treno romantico ed efficiente che possa fare Venezia-Cadore passando per Treviso-Belluno-Dolomiti-Trentino-Lago Di Garda-Verona-Padova ecc.
Un’altra cosa: seccessione, seccessionismo, regioni dolomitiche, bla bla bla bla bla. Cosa ne è di decenni di referendum e di ideologie che chissà perché, dopo aver fatto l’unione europea ci si divide peggio di prima. Di qua e di la dell’acqua, non trovo assolutamente giusto che in un mondo che giustamente vuol far diventare Italiano l’extracomunitario dopo tot di tempo e dobbiamo star qui a litigare per vedere chi è più o meno ladino.
Una nota di riguardo va naturalmente anche ai nostri rappresentanti politici e amministratori locali, che con un enorme sforzo riescono ancora con audacia a farci sperare bene nel futuro. Sono convinto che in un posto e in una zona che si può paragonare ad uno dei posti più belli al mondo, posso solo pensare che da qua in avanti le cose possano andare in meglio. Come ho detto prima di non piangere sul latte versato aggiungerei un altro detto “mettiamo una pietra sul passato”: non dimentichiamo che da quando è venuto l’euro le promesse son state promesse e quel che è cambiato è andato solo in peggio.
Stefano Pompanin