Il fenomeno dell’acqua sporca nella frazione di Campolongo a Santo Stefano di Cadore è una tematica ben conosciuta alla gente del luogo da oltre cinquant’anni, precisamente dal 1966. L’acqua che esce dai rubinetti spesso si presenta torbida e limacciosa soprattutto dopo fenomeni temporaleschi. Da due anni ormai la situazione si è intensificata e la popolazione, circa un migliaio di persone, è esaperata. Gli enti competenti, il BIM Gestione Servizi Pubblici e AATO, sono a conoscenza del problema già dalla prima segnalazione ufficiale in data 17 agosto 2012 da parte dell’Amministrazione capitanata dal sindaco Alessandra Buzzo.
Putroppo a distanza di un anno le cose non sono migliorate di molto anche se alcuni interventi strutturali sono stati fatti. L’acqua in realtà risulta potabile alle analisi anche se alla vista presenta residui terrosi. Ma il problema non riguarda solo la salute delle persone ma anche gli elettrodomestici e caldaie che a lungo andare si rovinano oltre al fatto che le bollette continuano ad essere pagate a prezzo intero dai cittadini. Il danno però è soprattutto all’immagine del paese stesso che dovrebbe essere turistico ma che gli stessi turisti snobbano o denunciano per via del fenomeno dell’acqua sporca.
Dopo l’ultima lettera mandata dal sindaco Alessandra Buzzo in data 22 agosto il Bim Gsp risponde il 27 agosto “Acqua sporca a Campolongo: un problema complesso da valutare congiuntamente con il nuovo Consiglio di Bacino. Quanto in nostro potere ad oggi è stato oggettivamente attuato. Interventi diversi, soluzioni radicali come auspicato dal sindaco Buzzo e dai cittadini di Campolongo sono da pianificare con il nuovo Consiglio di Bacino, ente subentrato di recente all’AATO Alto Veneto. Attendiamo che il nuovo soggetto si riunisca e proceda con la nomina delle cariche istituzionali: valuteremo congiuntamente il da farsi. Un anno fa abbiamo elaborato uno studio di fattibilità con diverse ipotesi di intervento, alcune importanti e radicali, altre meno dispendiose ma comunque efficaci. In primis abbiamo realizzato interventi di manutenzione straordinaria per il miglioramento delle strutture esistenti, come indicato dall’AATO che, per questo, ha stanziato 100 mila euro. Importanti i lavori eseguiti nell’ultimo anno: sono stati sostituiti circa 250 metri di condotta di adduzione, profondamente danneggiati ed usurati, aumentato la portata d’acqua in rete, eliminato le vene minori caratterizzate da maggior torbidità ed utilizzate come necessaria integrazione, eseguiti frequenti e ripetuti interventi di pulizia delle condotte per rimuovere i consistenti depositi sedimentatisi con il tempo ed aumentati dalle pesanti lavorazioni in alveo eseguite l’estate scorsa. Tutto ciò, chiaramente, ha dato concreti benefici nella mitigazione del fenomeno della torbidità, ma non poteva modificare i limiti strutturale dell’opera di presa, soggetta comunque al fenomeno, seppur in misura ridotta, ora come allora. Valuteremo, quindi, altre azioni con il nuovo Consiglio di Bacino: è questo soggetto preposto a definire entità degli investimenti e priorità di intervento in base alle esigenze dell’intero territorio servito”
Nel sito del Comune di Santo Stefano di Cadore c’è una sezione dedicata con tutti i documenti realtivi al caso
Alcune testimonianze raccolte da Antenna Tre Nord Est