Anche Tiziano Vecellio ebbe un inizio di carriera che viene presentato alla mostra “TIZIANO Venezia e il papa Borgia” nel suo paese natale, Pieve di Cadore.
Un’esposizione di alto valore culturale non solo per l’opera al centro dell’analisi, Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro, del 1513 ca, conservata preso il Museum voor Schone Kusten ad Anversa e qui presentata per la prima volta in Italia. Ma l’esposizione si distingue soprattutto per il percorso formativo che aiuta anche il visitatore meno informato a comprendere l’opera del celebre pittore grazie allo “smembramento” tridimensionale della tela affiancando ad essa oggetti, disegni e iconografie che ispirarono Tiziano nella composizione dell’opera stessa. La sensazione è di toccare con mano la genesi del racconto dipinto grazie anche al touch screen attraverso il quale tutti i segreti dell’opera vengono raccontati analizzandone ogni settore. Una vera e propria radiografia che non lascia punti oscuri né dubbi sulle intenzioni di Tiziano in merito alla composizione. Ed ecco che oltre al già citato dipinto troviamo Tobiolo e l’angelo datato 1523 ca messo ai Raggi X per un sorprendente risultato di ricerca stratigrafica sulle pennellate del sommo artista che per volere del committente modificò la prima versione dell’angelo che ora è visibile grazie ad un’affascinante radiografia dell’opera. La mostra ospita anche una tela raffigurante la Madonna ad opera di Vincenzo Catena, anch’essa contribuì iconograficamente alla composizione tizianesca, il come ve lo lascio scoprire visitando l’esposizione.
Venendo ad un’analisi più pragmatica l’aspetto positivo della mostra sta nella qualità resa possibile da un’organizzazione espositiva che per la prima volta viene a trovarsi anche in Cadore: fino ad ora non si erano mai viste mostre così ben strutturate sia concettualmente che sotto l’aspetto organizzativo. Il costo dell’entrata lascia un po’ l’amaro in bocca in quanto è proporzionalmente troppo elevato rispetto all’offerta quantitativa, ma è anche comprensibile dato l’impegno e le risorse spese per mettere in piedi una temporanea di questi livelli a Pieve di Cadore. Vale quindi il detto “poco ma -davvero- buono”. Sicuramente da visitare, magari accompagnati dalla guida che per un costo irrisorio vi condurrà nel magico mondo tizianesco.
Con la speranza che sia la prima pietra di una lunga rassegna di mostre degne dell’illustre compatriota.
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