Si è verificato un nuovo, imponente crollo di rocce, dalle Cime del Ciadin del Laudo, nel gruppo del Sorapis, in territorio del Comune di Cortina d’Ampezzo, al confine con Auronzo di Cadore. Ieri sera un forte boato è stato sentito a fondovalle, nella zona di Federa Vecchia, sulla strada che da Auronzo sale verso Misurina.  Sul posto stanno operando i Forestali del Soccorso Alpino di Auronzo di Cadore che hanno raggiunto a piedi l’area, considerate le condizioni atmosferiche avverse che in questi giorni rendono impossibili spostamenti tramite veicoli. Previsioni climatiche permettendo, un mezzo aereo della Forestale raggiungerà la zona per verificare lo stato delle cose. Al momento si esclude il coinvolgimento di persone, cose e animali.

Poco più di venti giorni fa un altro crollo sul gruppo Sorapis fra San Vito di Cadore e Cortina. Migliaia di metri cubi di roccia erano precipitati sul ghiaione sottostante, senza coinvolgere alcuna persona. Aveva tuttavia suscitato una certa apprensione, perché la zona è frequentata dagli escursionisti, nella stagione turistica estiva, diretti verso il vicino rifugio Vandelli. Il rifugio è di proprietà della sezione di Treviso del Club alpino italiano, sulle rive del lago del Sorapis, molto conosciuto, per la particolare colorazione azzurra.

L’ipotesi più probabile resta quella delle sollecitazioni esercitate sulla roccia dal continuo dilatarsi e restringersi causato dalle variazioni di temperatura. Il fenomeno si chiama ”termoclastismo”, ha spiegato Scarascia Mugnozza riferendosi al distacco avvenuto l’1 ottobre. ”E’ una dinamica normale in contesti montuosi con pareti ripide e fenomeni di espansioni e contrazione della roccia sono comuni, considerando che in questo periodo del’anno la temperatura di abbassa nella notte avvicinandosi allo zero, mentre si alza durante il giorno a causa dell’insolazione”. Questo continuo movimento determina nella roccia delle fratture che vanno a sommarsi a fratture già esistenti, come quelle avvenute nel corso della storia geologica che ha portato alla formazione della catena montuosa. Un fenomeno analogo al termoclastismo è comune anche nel periodo compreso fra novembre e dicembre: con la comparsa dei primi ghiacci l’acqua che si trova nelle fessure delle rocce solidifica e aumenta di volume, nel fenomeno chiamato ”crioclastismo”. Per queste cause il crollo di blocchi roccia da pareti verticali non è insolito. Nell’arco degli ultimi sette anni sono avvenute diverse grandi frane di questo tipo.