Venerdì 8 novembre 2013, nella stazione ferroviaria di Calalzo, nel cuore del Cadore, un uomo sulla sedia a rotelle si è visto negare il viaggio in treno. La notizia ha fatto il giro dei media ed ha superato anche i confini italiani. Le motivazioni e le circostanze per le quali questo turista svedese ha dovuto rinunciare al suo viaggio ed aspettare il treno successivo sono alquanto imbarazzanti. L’uomo infatti non ha potuto prendere il convoglio perchè non era questo munito di pedana e anche se alcuni passeggeri si erano offerti di provvedere tecnicamente a far salire la carrozzina ed il signore, non c’è stato verso di venirne a capo e il treno è rimasto fermo per mezzora, fino all’intervento della polizia ferroviaria. E il tutto si è concluso con la segnalazione del disabile per interruzione di pubblico servizio!

Premesso che Trenitalia “garantisce” il servizio ai disabili previa telefonata preventiva con la quale si prenota il viaggio, ma le circostanze di questa casistica fanno riflettere. Per una zona come il Cadore, che sta cercando di rilanciarsi con il turismo, certe notizie non fanno bene. Leggendo i commenti che ci sono arrivati in merito al caso ci è stato fatto notare come gli altri viaggiatori si siano prodigati per risolvere la situazione: i passeggeri si sono offerti, ma non Trenitalia che, bloccata dal suo stesso macchinoso sistema burocratico, ha negato un servizio e dato una pessima immagine di accoglienza.

Come ci fanno notare “in questo caso il disabile non era lui ma il sistema del servizio ferroviario”, per questo motivo NuovoCadore vuole dedicare questa simbolica lettera al malcapitato turista straniero che ha purtroppo visto la parte peggiore delle nostre belle vallate. Vorremmo scusarci a nome di tutto il Cadore augurandoci che possa, anzi, che voglia ancora ritornare e certamente troverà persone disponibili ad ascoltare le sue richieste e a garantirgli un servizio dignitoso. Perchè la montagna è sì un luogo impervio, ma sa anche accogliere i suoi visitatori ed il Cadore non è solo la stazione ferroviaria di Calalzo, per fortuna.

Staff NuovoCadore