I rifugi alpini del Cadore sono agli onori della cronaca turistica nazionale grazie alla rivista nazionale del Cai racconta il Cadore delle ciaspe. Il numero di marzo della rivista del Club Alpino Italiano “Montagne 360” (tiratura 320.000 copie) dedica un servizio speciale alle “Dolomiti: regno delle ciaspe” dove i protagonisti sono i rifugi che restano aperti anche durante la stagione invernale.
Il reportage indica una serie di itinerari che lambiscono alcuni tra i più famosi Monti Pallidi cadorini. L’invito è a percorrerli nella loro magica e incantata veste invernale. Con o senza ciaspe, a seconda della consistenza del manto nevoso – indica la rivista del Cai – è possibile raggiungere il Rifugio Antelao partendo da Pozzale o il Rifugio Eremo dei Romiti partendo dal Lago di Centro Cadore all’altezza di Domegge o il Rifugio Dolomites sul Monte Rite, accanto al Museo di Reinhold Messner, che si raggiunge partendo da Passo Cibiana. Restando ai rifugi cadorini la rivista del Cai racconta anche del Città di Carpi e del Tenente Fabbro a Casera Razzo. Poi ci sono il Chiggiato sopra Calalzo, il Ciareido a Pian dei Buoi di Lozzo, il Costapiana di Valle e Il Talamini di Vodo. Solo per citare alcuni dei rifugi che sostengono il progetto “Regno delle ciaspe” di cui parla la rivista più importante del Club Alpino Italia.
“Che le Dolomiti non siano solo piste da sci – scrive Montagne 360 – lo ha capito bene l’Unesco quando le ha promosse Patrimonio dell’Umanità. E nel comprensorio dolomitico, il Cadore, più di altre zone, sta evidenziando la sua vocazione all’escursionismo lento che d’inverno si esprime soprattutto con le ciaspe.” Il reportage, firmato da Bepi Casagrande e Paolo Salvini, evidenzia come il progetto “Cadore: regno delle ciaspe”, frutto di un’ampia collaborazione tra Comuni, Consorzi, Gestori dei rifugi e Associazioni della montagna, rappresenti la grande novità invernale di questi anni sul versante della promozione turistica in Cadore con risultati che segnano un trand positivo purtroppo interrotto nel corso dell’ultimo dalle eccessive precipitazioni nevose.