Le costruzioni in Val Comelico si possono distinguere in tre categorie: sacra, rurale e case padronali e in questo articolo vi porteremo a fare un viaggio nell‘architettura sacra.

Nella vallata si contano ventisette edifici sacri di cui dieci rappresentati dalle chiese parrocchiali divenute tali nel corso dell’Ottocento e del Novecento, infatti prima di allora erano dipendenti dalla Pievania di Santo Stefano, eccetto la chiesa di Candide che si rese autonoma nel XVII secolo.

Stretto fu il legame fra l’istituzione Regoliera e la vita ecclesiastica, soprattutto nella costruzione di questi edifici, in quanto la Regola non solo influenzava la vita di paese, ma elargiva anche finanziamenti per erigere gli edifici sacri. Comunque, già fra il XIII e XIV secolo, quasi tutti i paesi della vallata avevano la loro chiesetta, ciò era dovuto al fatto che la popolazione viveva in tanti piccoli centri, alcuni molto scomodi da raggiungere, e da qui la necessità di avere un luogo di culto vicino.

La maggior parte delle chiese di Comelico Superiore sono in stile Tardogotico, arrivato in Cadore e in Comelico in ritardo rispetto al resto d’Europa ma che perdurò fino al XVIII secolo. Nel Seicento si ha una leggero passaggio dal gotico al classicismo con la ristrutturazione di edifici e la costruzione di alcuni ex novo che durò fino al XVIII secolo per giungere poi al XIX secolo con lo stile neoclassico. Difficile fare una catalogazione completa ed esaustiva degli edifici, comprese le opere custodite all’interno di essi, ma i diversi studi fatti sul tema consentono di affermare che la Val Comelico offre la possibilità di visitare numerose chiese aventi elementi architettonici e decorativi interessanti.

sani nicolò - archivio gruppo di ricerche culturali comelico superioreCitando gli aspetti artistici e architettonici più noti senza l’intento di essere esaustivi, si ricordano gli affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo nella chiesa di San Nicolò, l’altare ad opera dello scultore Andrea Brustolon del XVIII secolo nella chiesa di Dosoledo e la presenza di Domenico Schiavi che segue sul finire dell’Ottocento i lavori progettati dall’architetto de Fabbro nel XVIII secolo. Di interesse già riconosciuto sono le due chiese gotiche di Nicolò Roupel, conosciuto in Cadore per la progettazione di alcune chiesette votive cinquecentesche della “Difesa”, ed in Comelico troviamo quella dedicata a Sant’Antonio Abate, a Candide, e quella di Casamazzagno dedicata a San Leonardo. Di architettura più recente è diventata famosa, dopo la messa celebrata nel luglio del 1987 dal Papa Giovanni Paolo II, quella dedicata alla Madonna delle Nevi in Val Visdende. Numerose inoltre le cappelle votive costruite in vari periodi a cura diretta delle famiglie o della popolazione a seguito di promesse e voti. Due, a Santo Stefano di Cadore, sono molto antiche in pietra di tufo ed una conserva un’antica statua della Madonna risalente al Quattrocento.

Tratto dalla Tesi di Laurea “Val Comelico, due proposte di sviluppo: la Rete Museale del Legno e la valorizzazione del Patrimonio Artistico” di Marta De Zolt, Università Ca’ Foscari Venezia