Il 21 agosto 2014 a Bolzano l’associazione Mountain Wilderness ha incontrato la Fondazione Dolomiti UNESCO rappresentata dal Presidente, dott. Richard Theiner, dalla Segretaria Generale, dott.ssa Marcella Morandini e da responsabili dell’ufficio Parchi e Paesaggio della Provincia Autonoma di Bolzano.
“La delegazione di Mountain Wilderness era numerosa e copriva tutti i territori delle Dolomiti” dichiara il portavoce di Mountain Wilderness Luigi Casanova “completata dalla presidente del Comitato Acqua Bene Comune del bellunese dott.ssa Lucia Ruffato e Giovanna Deppi del comitato Per Altre Strade. L’incontro è stato positivo ed ha portato soddisfazione alle principali richieste avanzate dalla associazione”.
Innanzitutto il Presidente Richard Theiner ha garantito la massima apertura alla partecipazione della Fondazione accettando la richiesta degli ambientalisti di far parte dei gruppi di lavoro delle reti delle aree protette, del paesaggio e del turismo sostenibile. Il Presidente ha anche chiesto alla associazione di contribuire con sue proposte concrete nel migliorare i canali della partecipazione e nel renderla effettiva e diffusa. Anche per quanto riguarda le possibili infrastrutturazioni all’interno dei nove gruppi oggetto della tutela UNESCO il Presidente e la Segretaria hanno garantito che la Fondazione interverrà ogni qualvolta saranno interessate le buffer zone e core-zone, cioè laddove lo Statuto permette di intervenire.
Si sono discussi tutti i temi sollevati da MW: l’eliski, le aree sciabili, l’utilizzo delle acque per derivazioni idroelettriche, la mobilità, il rumore, il paesaggio inteso nella sua accezione più ampia.
Si è concordato che la Fondazione non può rispondere all’ampio disegno proposto da MW: molte competenze spettano soltanto alle Regioni e alle Provincie, ma che il lavoro all’interno delle diverse reti è teso ad omogeneizzare le normative oggi fra loro molto diversificate. Sulla mobilità sui passi dolomitici le sensibilità fra Fondazione e MW sono molto simili. Entro marzo del prossimo anno si avranno i dati definitivi del monitoraggio sul traffico in Dolomiti e da quel momento sarà possibile cominciare a concordare strategie di contenimento del traffico comuni alle 5 realtà provinciali.
L’associazione ha anche chiesto uno specifico impegno della Fondazione sulla riqualificazione dell’intera area delle Tre Cime di Lavaredo, oggi ridotta ad un banale parcheggio che devasta uno degli scenari più stupefacenti della natura. Anche in questo caso è necessario il confronto con i comuni interessati e la Regione Veneto.
Si è anche sottolineata l’urgente necessità di ridurre la rumorosità del traffico sui passi intervenendo con limiti sulla velocità e con maggiori controlli sulla efficienza dei motori, specie per quanto riguarda le motociclette.
Inoltre si sta lavorando ad una piattaforma informatica e coordinata del trasporto pubblico in tutte le Dolomiti. Le previste grandi arterie di attraversamento delle Dolomiti (l’Alemagna) sembrano destinate a rimanere nel cassetto in quanto la ratifica della Convenzione delle Alpi da parte dell’Italia garantisce con certezza l’impraticabilità del progetto. Sulle aree sciabili la situazione è delicata. Le pressioni per gli ampliamenti sono decise ed è necessario che sul tema rimanga aperto il confronto.
Il Presidente ha chiesto alla associazione di potersi ritrovare entro la fine dell’autunno per verificare quali impegni siano stati rispettati, eventuali ritardi o perplessità ancora presenti. I componenti della delegazione della associazione ambientalista hanno apprezzato lo spirito e la chiarezza dell’incontro, hanno raccolto positivamente le immediate disponibilità sul piano della partecipazione ai tavoli delle diverse reti. Si ritiene che da oggi sia possibile avviare un lavoro di condivisione all’interno della Fondazione che porti realmente le Dolomiti ad essere un territorio di eccellenza non soltanto paesaggistico, ma anche sul tema della innovazione e sperimentazione di nuove forme di turismo e di gestione delle aree protette.