A distanza di 65 anni dai primi ritrovamenti risalenti al 1949 ecco, finalmente, il ritorno degli archeologi, per assistere a lavori boschivi e il ripristino di un sentiero, nelle aree del Santuario preromano e romano, connotato dallo sgorgare delle acque con particolari proprietà salutifere, che tanti reperti a restituito, ora esposti al Marc (Museo archeologico) di Pieve di Cadore.

Dunque, da lunedì 25 agosto, si registra la presenza degli specialisti dell’equipe di Davide Pacitti con l’archeologo cadorino Diego Battiston, comunicata alla Soprintendenza, alla quale si è giunti a seguito d’innumerevoli e ripetute sollecitazioni, di esperti e appassionati locali, accolte con decisa volontà dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Luca De Carlo. Già protagonista, lo scorso anno, con la realizzazione di un percorso archeologico, attraverso l’area delle sorgenti e dei laghetti, imperniato anche sulle leggende delle “anguane”.

Lo scopo di queste presenza, qualora se ne presentassero le necessità, è di dare un contributo ad auspicabili risultati e approfondimenti mediante raffinati metodi, di ricerca micro stratigrafica sul terreno, non ancora conosciuti ai tempi dei primi interventi e scoperte. Con certezza ci troviamo di fronte ad avvenimento di notevole portata scientifica più volte auspicato nel corso dei passati decenni ed anche, qualche anno dopo la conclusione delle campagne di scavo da Enrico De Lotto. Proprio il medico condotto e ispettore onorario per le antichità del Cadore, De Lotto che, con Giovan Battista Frescura, era stato protagonista di una straordinaria stagione di scoperte e studi, nel Natale del 1961, scrivendo introduzione del suo opuscolo “Una divinità sanante a Lagole”, si augurava “come al più presto si potesse procedere a uno scavo radicale in modo da mettere in piena luce la stipe votiva paleoveneta di Lagole, che tanto interesse aveva suscitato in Italia e nel mondo”.

Ora, ci siamo, gli archeologi e volontari, del Gruppo archeologico cadorino, sono presenti in loco è hanno già suscitato grande interesse e curiosità tra gli ospiti e ultimi vacanzieri che frequentano in gran numero, questi luoghi dalla grande bellezza naturale e ricolmi di storia antica. Gli ambiti sotto osservazione ricadono tra quelli, a suo tempo indicati da Adelmo Peruz pittore e cultore della storia antica del suo paese natale (scomparso nel 2009) che, oltre sessant’anni fa partecipò attivamente, alle ricerche dirette dall’allora assistente della Soprintendenza, Frescura.

Eugenio Padovan – Fonte: BellunoPress
Foto: Aldo Del Favero

mappa Lagole