L’alba è un momento magico sulle Dolomiti, in cui anche le pallide montagne sembrano risvegliarsi tingendosi di rosso, quasi ad indicare all’escursionista l‘agognata meta, ed un silenzio quasi irreale porta la mente a vagare, mentre il corpo ancora fatica ad ubbidire a nostri comandi.

foto1È in questi momenti di transizione, circondati da pochi altri escursionisti che ascoltano assorti i silenzi della montagna, quell’assenza di rumore che paradossalmente sembra riempire tutto lo spazio attorno a noi, che alcuni stralci di testo o semplici frasi riaffiorano alla memoria e assumono un nuovo e più intenso significato. Rievochiamo così le parole scritte quasi un secolo fa dal Cappellano militare austriaco Joseph Hosp “Una calma assoluta si è diffusa per tutto il Creato, come se la terra stesse trattenendo il respiro. Solo ogni tanto si sente un sasso cadere. Acque invisibili sussurrano in tono sommesso nel buio dei dirupi, mentre la brezza notturna sembra trattenuta dalle sagome tenebrose dei pinnacoli di cresta”. Come suonano famigliari e vicine queste parole. L’autore ha saputo cogliere così profondamente l’essenza di questi luoghi, probabilmente in una pausa nei combattimenti, prima che quella calma fosse improvvisamente spezzata dallo scoppio di una granata o da una raffica di mitragliatrice.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAPer molti è difficile anche solo immaginare che gli stessi sentieri oggi percorsi da migliaia di turisti fossero stati calcati, cent’anni fa, dalle truppe che durante la Grande Guerra vissero e morirono su queste cime. La natura ha qui pazientemente cancellato le ferite inferte dall’opera dell’uomo ma a ben guardare, soffermando il passo anche solo per qualche minuto, le tracce di quel passato rivivono ancora, in una lapide commemorativa, in un monumento ai caduti o anche solo nel nome di una via ferrata. È questa l’incredibile forza evocativa della scrittura, laddove il ricordo sembra ormai perduto poche semplici parole possono ancora oggi accendere nell’escursionista la curiosità, il desiderio di saperne di più su coloro che hanno indelebilmente impresso il loro nome fra queste vette. Ma la Grande Guerra sulle Tre Cime di Lavaredo e sulle Dolomiti di Sesto non si può ridurre alla semplice narrazione degli avvenimenti bellici, in essa confluisce anche una storia fatta di uomini contro montagne, di imprese alpinistiche condotte sotto il fuoco nemico, di ghiaccio e slavine, ma anche di orizzonti sconfinati, di albe e tramonti che entrarono saldamente nel ricordo dei protagonisti al pari degli orrori della guerra.

foto3Il libro “Guerra sulle Tre Cime e Dolomiti di Sesto”, edito proprio in occasione dei cent’anni dallo scoppio della Grande Guerra, vuole portare al lettore odierno, attraverso il vivo ricordo dei protagonisti di quegli anni, uno spaccato di storia rimasto indissolubilmente legato al Cadore e al suo territorio. A compendio del testo un ricco apparato fotografico d’epoca permette di rivivere quei tragici momenti con la forza evocativa che solo le immagini possono dare.

Il libro propone anche, al fine di incentivare un turismo culturale e consapevole, 4 itinerari escursionistici, curati dal C.A.I., per guidare l’escursionisfoto4ta attraverso i luoghi simbolo della guerra sulle Tre Cime, da Forcella Lavaredo e Monte Paterno fino alla Torre di Toblin, proseguendo oltre attraverso le Dolomiti di Sesto fino al Passo della Sentinella e Passo di Monte Croce Comelico. Un avvincente percorso, adatto anche alla famiglie, alla riscoperta di resti di trincee e baraccamenti sulle orme dei nostri nonni.

È possibile acquistare il libro su www.itineraprogetti.com o su www.amazon.it , oltre che sui principali siti di e-commerce on-line. Il volume è inoltre disponibile presso le migliori librerie d’Italia.

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