libera ciottiCompie settanta anni proprio oggi, il 10 settembre 2015, una delle figure più carismatiche cadorine della contemporaneità: Don Luigi Ciotti. Nato a Pieve di Cadore nel 1945 all’età di 5 anni la sua famiglia si trasferisce a Torino in cerca di fortuna. Qui vive l’infanzia in una baracca e terminati gli studi al seminario di Rivoli, nel novembre del 1972, Ciotti viene ordinato sacerdote dal cardinale Michele Pellegrino, che come parrocchia gli affida la strada, luogo non di insegnamento ma di incontro con le domande e i bisogni più profondi della gente.

«Il Cadore conta molto su di voi» ha detto don Ciotti ai ragazzi. «Conta molto anche perché restiate in questi luoghi meravigliosi e siate testimoni nella società, dove voi state entrando. Ricordate che mia madre, povera montanara partita da Sottocastello, quando si abitava in una baracca a Torino e non avevamo la luce elettrica, leggeva libri a luce di candela: aveva capito l’importanza dell’educazione. Ricordatevi che la cultura è fondamentale per la vostra vita: non accettate mai quello che riportano i vostri amici. Andate a fondo delle cose e fatevi una idea vostra. Oggi avete una meravigliosa enciplopedia che si chiama Internet. È uno strumento formidabile, ma non prendete ciò che trovate per copiare: fate voi le ricerche. Prendete la Costituzione che avete ricevuto oggi, come un vademecum di viaggio per la vita futura: essa contiene i principi che ogni essere umano deve fare propri per vivere una vita degna di essere vissuta. Essa contiene molti messaggi che sono quelli del Vangelo».
Sono queste le parole che Ciotti ha voluto dedicare ai giovani lo scorso 8 settembre durante l’intervento che il fondatore di Libera ha tenuto per il conferimento della cittadinanza onoraria di Pieve di Cadore.

Il Gruppo Abele, nato nel 1965, non si occupa solo di droga ma sviluppa proposte per affrontare il disagio sociale nel modo più ampio possibile. Dai servizi a bassa soglia alle comunità, dagli spazi di ascolto all’attenzione per le varie forme di dipendenza, dall’aiuto alle vittime di tratta e alle donne prostituite alle iniziative per l’integrazione delle persone migranti. E ancora attività di ricerca, una biblioteca, riviste tematiche, un consorzio di cooperative sociali per dare lavoro a persone con percorsi difficili. Eredità delle botteghe e dei laboratori professionali aperti già negli anni settant c’e il gruppo Abele e quarant’anni dopo, Libera. Proprio sulla strada, nel 1973, il Gruppo inaugura il “Centro Droga”, un luogo di accoglienza e ascolto per i primi giovani con problemi di tossicodipendenza. È un’esperienza allora unica in Italia, cui seguirà l’apertura di alcune comunità. Attualmente Don Ciotti è sotto scorta per le minacce di morte pervenute da Totò Riina.

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