Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Dino Nassivera, gestore del rifugio Baion di Domegge di Cadore, condividendo pienamente le sue perplessità e le sue considerazioni.

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“Prendo spunto da una discutibile decisione di un’Amministrazione pubblica per fare alcune considerazioni sul turismo in Cadore, in particolare quello di alta montagna.

A causa di un’ “infelice” decisione dell’Amministrazione comunale di Domegge di Cadore, sorda alle mie proteste, il sentiero 248 che collega la località Fienili Stua (Calalzo di Cadore) al sentiero 264 che porta al rifugio Baion “E. Boni” (del quale, assieme alla mia famiglia, sono il gestore da 28 anni) è ufficialmente chiuso per lavori di esbosco, dal lunedì al venerdì, con decorrenza 24 agosto (fino a quando non si sa).
Il sentiero in questione è parte di un anello che collega il rif. Baion al rif. Chiggiato e, percorso in un senso o nell’altro, costituisce il più facile accesso (gruppi di ragazzi o famiglie) ai due rifugi. Considerato il breve periodo di discreta affluenza lascio a Voi il giudizio sulla scelta dell’Amministrazione.

Ma andiamo oltre. Il sentiero attrezzato “dei camosci”, aperto dal gruppo Ana di Tarzo (gruppo del Ciastelin – Auronzo di Cadore) è chiuso da tempi immemorabili.

Situazione non rosea anche per il sentiero che collega la Val Da Rin al rifugio Ciareido (Alta Via n°5 o di Tiziano), impraticabile a causa di una frana e lo stesso dicasi per il tratto alta Val Giralba – rifugio Carducci.

La segnaletica (cartelli segnavia): un altro tasto dolente. Provate ad avventurarvi sul versante nord delle Marmarole in condizioni di scarsa visibilità. Vi perderete!

Sono assolutamente convinto che una rete di sentieri ben curata e supportata da una buona segnaletica è elemento fondamentale per fare il turismo.

Questo è migliorare l’accoglienza? Questo è fare turismo?

Decidere di impedire l’accesso e la frequentazione di un sentiero soltanto perché ci sono dei problemi e necessita di semplice manutenzione a parer mio è una soluzione riduttiva e semplicistica.

Ai disagi che vi ho già elencato devo necessariamente aggiungere le allarmistiche previsioni meteorologiche. Non mi dilungo, tutti sappiamo com’è andata, quel che è certo è che questi esperti dovrebbero molte volte essere più cauti o in alternativa cambiare lavoro.

Questi, i piccoli e grandi problemi della lunga giornata di noi rifugisti.”

Dino Nassivera
gestore rifugio Baion “E. Boni” (Domegge di Cadore)