Giovedì 18 maggio presso la sala pubblica “G. Coletti” di Tai di Cadore ho tenuto una conferenza speciale sulla Dieta Mediterranea, dal titolo “La Dieta Mediterranea, benessere e longevità attraverso la nutrizione”, organizzata da ”ADOS ITALIA”, in collaborazione con il Comune di Pieve di Cadore.
Forse qualcuno si chiederà o si sarà chiesto perché un’altra conferenza speciale sulla Dieta Mediterranea. l motivi sono numerosi e durante la serata ho spiegato quelli principali. Come ho più volte ribadito durante i miei incontri pubblici, l’ordine Nazionale dei Biologi sostiene con convinzione lo stile di vita mediterraneo perché esistono acclarate evidenze scientifiche che ne fanno un regime alimentare che fa vivere bene e più a lungo (sempre accompagnato dall’attività fisica). Non a caso la Dieta Mediterranea è stata insignita nel prestigioso riconoscimento di patrimonio immateriale del Umanità dall’Unesco. Alcuni esperti (o meno) in nutrizione, lecitamente, decidono di proporre altre diete. Liberi di farlo, mantenendo, ovviamente, ben salda l’attenzione alla salute dell’individuo; se a spingerci verso l’applicazione di nuovi percorsi alimentari è la nostra scienza (e coscienza), non c’è nulla di male. L’importante è rimanere lontani dalle mode del momento, perché il nostro ruolo ci obbliga ad andare oltre le opinioni, guardando ai fatti e ai risultati delle osservazioni scientifiche. Spesso tuttavia, la seduzione di facili guadagni, a scapito della qualità delle prestazioni professionali, porta a ritorni economici effimeri che possono erodere l’autorevolezza della nostra categoria. Chi si rivolge ad un esperto in nutrizione (dietologo, dietista o nutrizionista che sia) deve sapere che ne trarrà vantaggio per la propria salute. Proprio per questo molti nutrizionisti hanno scelto di proporre ai propri pazienti la Dieta Mediterranea e l’esercizio fisico, perché condividono gli esiti delle ricerche scientifiche che in tanti anni hanno acclarato reali benefici per l’uomo.
Nella metà degli anni ’50 infatti, Ancel e Margaret Keys (due studiosi statunitensi, marito e moglie) che vivevano in una frazione di Pollica (Salerno), iniziarono a chiedersi perché la popolazione di quel paesino del mezzogiorno aveva un’ incidenza di malattie cardiovascolari più bassa e una maggior longevità. Da quel momento iniziarono a studiare le correlazioni tra la dieta di quella popolazione e il loro stato di salute. I risultati furono strabilianti, tanto che a distanza di anni di studio, i due diventarono delle autentiche autorità del settore, universalmente riconosciuti come scienziati di altissimo rango. Cosi, la Dieta Mediterranea diventò un simbolo dell’eccellenza dell’alimentazione e noi abbiamo la fortuna di vivere in uno dei Paesi principali (probabilmente il principale) in cui questo stile di vita è stato forgiato nel corso dei secoli. Ciò deve essere un motivo d’orgoglio per noi italiani, siamo custodi di una tradizione gastronomica che, oltre a essere una delizia per il palato, è anche un toccasana per il corpo.
Nonostante tutto ciò, le abitudini alimentari italiane stanno profondamente cambiando con diete non equilibrate che alterano le nostre funzioni fisiologiche, trascurando un patrimonio culturale e gastronomico che ha fatto del popolo italiano uno dei più longevi al mondo. Più che parlare di dieta bisognerebbe infatti proporre lo stile di vita mediterraneo, diffusamente dimostrato come valido, equilibrato, adatto a qualsiasi età e in grado di prevenire e diminuire il rischio delle cosiddette malattie del benessere (obesità, diabete, ipertensione, disturbi digestivi e tumori). Per questo motivo appare sempre più importante il ruolo chiave del nutrizionista, che riportando in auge il modo di vivere alla maniera mediterranea, può favorire il recupero corretto di uno stile di vita nell’ottica della prevenzione e del controllo dei fattori di rischio associati a deficit dell’alimentazione.
A cura della Dott.ssa Patrizia De Pol, biologo nutrizionista