<< La bellezza mozzafiato dell’orrido dell’Acquatona, a pochi chilometri dalle sorgenti del Piave, non basta a fermare il progetto di una centralina idroelettrica che ne porterebbe via l’acqua e il fascino, in cambio di poca energia. A chiedere la realizzazione dell’impianto, incredibilmente, è lo stesso Comune di Sappada, che non sembra preoccuparsi delle ricadute negative per ambiente, paesaggio e turismo in uno dei luoghi più affascinanti della provincia di Belluno. Un gioiello raro, visto che “il fiume sacro alla Patria”, lungo 222 Km, è già quasi interamente artificializzato.
Restano pochi chilometri di corso d’acqua ancora naturali, e sono proprio quelli che ricadono in questo Comune. Dalle sorgenti fino alla Diga del Tudaio. Sappada ha già ottenuto l’autorizzazione per un’altra domanda di centralina in località Piani del Cristo, su un tratto di elevatissima qualità ambientale e naturalistica. Ora chiede di poter sfruttare anche il salto dell’Acquatona, bellezza paesaggistica unica al mondo, dove l’acqua è elemento imprescindibile. La domanda per la nuova centralina ne riprende una del lontano 1984, mai archiviata dalla Regione Veneto, con un progetto più¹ volte aggiornato ma sempre basato sulle stessestime di portata obsolete risalenti al periodo tra il 1937 e il 1964.
Fatto non meno importante per l’impatto cumulativo che genera, sul Piave e suoi affluenti, nel tratto che va da Sappada a S. Stefano, sono ben 17 gli impianti idroelettrici esistenti o in fase di autorizzazione e almeno 4 i chilometri di corsi d’acqua che rischiano di venire inghiottiti da nuove condotte forzate.
Alla origini di tutto questo l’annoso problema degli incentivi al mini-idroelettrico, che continua a drogare il mercato delle rinnovabili, con alti costi ambientali a fronte di un contributo energetico poco significativo. L’alternativa sta nel risparmio e nell’efficientamento energetico, ma far cassa a spese dell’ambiente è diventato un modo facile, anche se poco responsabile e ancor meno lungimirante, per far soldi (nel caso dei privati) o per rimpinguare le casse comunali (nel caso dei Comuni), scaricandone i costi sull’intera collettività.
Nell’attesa che finalmente il Governo corregga le distorsioni che lui stesso ha creato nel sistema delle incentivazioni, invitiamo tutti a prendere coscienza della situazione e ad impegnarsi nella difesa dei corsi d’acqua naturali e di un territorio che merita maggior rispetto.
per il Coordinamento formato da: CIPRA, WWF, MW, LIBERA, PAS, GRUPPO PROMOTORE PARCO DEL CADORE, COMITATO A.B.C. BELLUNO, ITALIA NOSTRA BELLUNO, ECOISTITUTO VENETO A.LANGER >>
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Fonte: Comitato PERALTRESTRADE Carnia-Cadore