E’ di livello mondiale il miele della bioapicoltura nonna Giovannina di Calalzo.
Al 10° concorso internazionale “Biolmiel “, riservato ai migliori mieli biologici, l’azienda di Andrea Lorusso si è imposta vincendo una medaglia d’oro e due d’argento. Il riconoscimento più alto è arrivato con la famosa melata di abete, già pluripremiata molte volte a livello nazionale, mentre il secondo posto è stato centrato dalla specialità mille fiori di montagna.
L’edizione 2017 di “Biolmiel – The best organic honey from around the world in competition” rappresenta un’iniziativa innovativa nel settore dell’apicoltura biologica destinata a diventare un punto di riferimento non solo del miele di qualità biologico a livello mondiale, ma anche testimonianza dell’ampia biodiversità naturale e coltivata esistente, che solo il paziente e incessante lavoro delle api riesce a tracciare e conservare con il passare del tempo.
Al concorso possono prendere parte tutti i mieli biologici del mondo, certificati secondo standard europei, esteri o internazionali e alla rassegna erano presenti mieli provenienti da varie nazioni, tra cui Grecia, Spagna, Slovenia e Germania.
Lorusso, astro nascente ma già consolidato dell’apicoltura italiana, è sicuramente un esempio per tanti giovani convinti che la propria terra non possa rappresentare una ricchezza. Con tenacia e passione, Andrea ha saputo portare la sua piccola azienda su palcoscenici mondiali, valorizzando le Dolomiti cadorine e dando dimostrazione che il lavoro, se ben fatto, paga eccome. Piccole produzioni, ricercatissime e capaci di raccontare con il proprio miele il senso, i profumi e i colori di un territorio.
Ma non tutto il miele è uguale all’altro, ed è importante che i consumatori imparino a riconoscere la qualità. La diversificazione delle produzioni mono floreali sta offrendo la possibilità di gustare mieli dalla straordinaria piacevolezza e dal sapore più diversi e l’azienda calaltina, ogni anno, produce ottimi mieli di ogni genere, in quantità ridotte e selezionate.
“La qualità è un arte a portata di pochi, l’eccellenza di pochissimi che passeranno alla storia – afferma raggiante l’apicoltore cadorino -, ma i meriti vanno condivisi anche con l’associazione Apimarca per il lavoro che svolge a livello regionale e con la mia compagna Evelyn, senza la quale non riuscirei mai a gestire tutto il lavoro che c’è da fare. Voglio dire ai giovani che non serve andarsene per cercare lavoro o fortuna perché il nostro fantastico territorio ha tutto quello che serve per realizzare qualsiasi sogno, offrendo grandissime opportunità”.
Articolo tratto da IL CADORE n.4-2018
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