Il Cadore intero, venerdì 4 maggio, si è stretto attorno alle famiglie di Enrico Frescura e Alessandro Marengon, i due volontari del Soccorso Alpino deceduti all’alba di martedì primo maggio sul Monte Antelao.
Nemmeno la pioggia battente ha impedito agli oltre mille amici e conoscenti dei due giovani di essere presenti dentro e fuori la chiesa di San Giorgio a Domegge per dare loro l’ultimo saluto. Un dolore profondo, che è divenuto straziante durante la funzione, quando Nicole, la fidanzata di Alessandro, con molto coraggio, ha raccontato la bella storia del loro amore e i progetti che avevano fatto insieme. Il momento dei funerali ha concluso una settimana di dolore partecipato. Un dolore vissuto non solo dalle famiglie di Enrico e Alessandro ma dall’intero Corpo del Soccorso Alpino cadorino, bellunese, veneto e anche nazionale che, coralmente ha manifestato grande commozione e sconcerto. La camera ardente, presso l’Ospedale di Pieve, è stata meta di un numero impressionante di persone, tantissimi i giovani, che hanno voluto salutare i due volontari. E questo ha fatto comprendere quanto la loro morte ha colpito e addolorato proprio tutti. Anche i non appassionati di montagna.
Nella chiesa di Domegge le due bare erano affiancate. Enrico e Alessandro, ancora vicini come quando stavano salendo sull’Antelao dov’è successa la disgrazia.
“Per Domegge è un momento difficile – ha affermato il parroco don Simone all’omelia – difficile perché in questi mesi la nostra comunità ha perso ben quattro giovani. Ed è arduo rispondere ai tanti perché”.
Anche il vescovo di Belluno e Feltre Renato Marangoni ha voluto essere presente con una lettera con la quale ha espresso la sua vicinanza alle famiglie e alla comunità di Domegge.
Articolo tratto da IL CADORE n.6-2018
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