In dieci anni, dalla proclamazione delle Dolomiti a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, la Regione Dolomitica veneta ha avuto una promozione internazionale sulla scena turistica e una proiezione culturale ed economica mai conosciuta prima, e con un futuro iperbolico di frequentazioni sportive e visite turistiche di massa dovute all’assegnazione a questo territorio di molti campionati sportivi mondiali e dei Giochi Olimpici Invernali del 2026.
Attività sportive e Giochi Olimpici che come recita il memorandum programmatico del Comitato per Cortina Milano 2026 dovrebbero essere: “i Giochi Invernali più sostenibili e memorabili di sempre, fonte di ispirazione per cambiare la vita delle generazioni future”. Valori universali, condivisibili e appropriati, che sono propri ai valori espressi dall’UNESCO e dovuti alla magnificenza ambientale delle Dolomiti.
Ma nel dettaglio e nella concretezza, questa enunciazione non si traduce in nessuna proposta di radicale intervento sul fronte delle produzioni e dei consumi ambientalmente rilevanti nel territorio dolomitico, e soprattutto della degenerazione ambientale da plastiche e microplastiche sintetiche e della loro devastante dispersione. Anche quest’anno, con le piene stagionali, i fiumi dei versanti Dolomitici raccoglieranno e scaricheranno a mare duecentomila tonnellate di plastica. Il solo Piave, anticamente sacro alla Patria e le cui rive sono disseminate da discariche, ne butta a mare ottantamila tonnellate.
Nonostante la raccolta differenziata praticata con assiduità nelle valli dolomitiche, la pressione della plastica prodotta e utilizzata deborda qualsiasi possibilità di raccolta e riciclo. Le plastiche si disperdono a partire dalla loro lavorazione, si disperdono già nel processo di produzione, si disperdono nelle acque, nei cieli e nella terra, a brandelli, pezzi interi, granuli o microparticelle e poi si disperdono perché concepite per disperdersi, per essere gettate dopo l’uso anche se durano mille anni. Le Dolomiti e le sue genti vantano dei primati ambientalisti notevoli, come la produzione dell’energia più pulita del pianeta, il controllo diffuso delle risorse naturali, la valorizzazione dei beni comuni, la caparbia difesa del suolo, ma tutte le attività che vi si svolgono, produttive, commerciali, industriali e artigianali, turistiche e sportive, sono avvolte dalla plastica, sono soggette al servaggio verso la plastica, sono intrise di plastica e delle loro molecole sintetiche che si disperdono ovunque, rappresentando il fattore più grave della progressiva estinzione delle specie viventi.
La plastica ha invaso ormai totalmente il bacino storico culturale e il magico mondo delle Dolomiti, che si è uniformato e arreso al resto del mondo plastificato.
Anche fra le eccellenze produttive, e in ogni settore della vita sociale ed economica delle Dolomiti, per ogni chilogrammo di merce prodotta, 200 grammi sono in plastica, dall’imballaggio al prodotto stesso. Dagli occhiali al formaggio, dal latte alle scarpe, dall’arredamento all’abbigliamento, dai salumi ai cosmetici, dai farmaci agli scarponi, e la birra, il caffè, i giochi, gli attrezzi sportivi, qui fra le montagne, come altrove, la plastica è il complemento costantemente aggiunto a ogni prodotto, come se la plastica conferisse ulteriori prerogative al bene, e invece la plastica impoverisce e depaupera di tutte le sue qualità ambientali le Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità. Poiché alla produzione di plastica è legata un quarto della produzione petrolifera mondiale, la plastica è fra le cause principali dell’inquinamento globale, del cambiamento climatico e delle estinzioni di massa; liberarsi da essa è imperativo e fondamentale non solo per le generazioni a venire, ma per quelle ancora viventi, per la biodiversità, l’ambiente e un’economia di sostenibilità ambientale.
E’ doveroso ed è possibile farlo, perché ci sono le alternative alla plastica, i materiali, le intelligenze, gli uomini e le aziende che si dedicano a sostituire la plastica con biomateriali, ecocompatibili, biodegradabili, derivati da fonti rinnovabili, con processi di economia sostenibile e una filiera biochimica integrata che trasforma residui agricoli in biopolimeri utilizzabili per sostituire ogni prodotto in plastica petrolchimica. L’Italia vanta il primato del ciclo produttivo di bioplastica, con grandi sviluppi tecnici e scientifici, e con una grande quantità di materiali reso disponibile dagli illimitati scarti della produzione agraria e forestale italiana. Un ciclo di produzione e trasformazione delle bioplastiche a cui anche l’economia delle Dolomiti deve ispirarsi e partecipare, perché moltiplica le opportunità, diversifica la base industriale, incrementa la creatività, rilancia il lavoro. Per chi produce materie, per chi fa prodotti finiti, per nuove idee imprenditoriali, per chi progetta futuri di pace sociale e sostenibilità ambientale.
Ora si avviano con urgenza campagne di raccolta della plastica che sta uccidendo i mari e gli oceani, ma noi cominciamo la campagna a terra, dove la plastica si genera e si consuma, per bandirla del tutto e sostituirla, e chiediamo che l’Unesco faccia propria la campagna DOLOMITI PLASTIC FREE e vi aggiunga la sua forza di impatto culturale e materiale. DOLOMITI PLASTIC FREE per una Regione Dolomitica liberata dalla plastica da qui al 2026, anno dei giochi Olimpici Invernali, e passando per i campionati mondiali di sci del 2021, per offrire al mondo Olimpico e al mondo un territorio davvero incontaminato, ambientalmente evoluto, vero Patrimonio dell’Umanità, come si vanta di esserlo.
DOLOMITI senza plastica, per liberare anche il mare Adriatico dalla plastica che produciamo a terra, e per liberare tutti i prodotti. Liberiamo gli indumenti e i cosmetici, gli occhiali e i monili, gli indumenti e gli alimenti, la carne, il latte, il gelato, il caffè, lo speck, i fagioli e le mele, i mobili e le tute da sci, liberiamoci della plastica a cominciare da subito per ispirare davvero la vita delle generazioni future.
DOLOMITI PLASTIC FREE è la campagna lanciata da THE EYES REPUBLIC a tutti gli operatori economici della Regione.
DOLOMITI PLASTIC FREE è sostenuta da Greenpeace e dai produttori di FASHIONABLE BIOPOLYMERS, Biopolimeri per la Moda.
THE EYES REPUBLIC è un gruppo del distretto ottico Belluno Dolomiti, e si è costituito per dedicarsi solo alle produzioni di occhiali e accessori in biomateriali e con processi rispettosi della sostenibilità ambientale.