Le Marmarole, la catena dolomitica che separa la Valle d’Ansiei di Auronzo dal Centro Cadore, sono state le montagne che maggiormente hanno ispirato il genio artistico del grande Tiziano Vecellio. Per questo gli è stata dedicata l’Alta Via che le attraversa. Si tratta dell’Alta Via numero 5.
Parte da Sesto-Sexten in Alta Pusteria e arriva a Pieve di Cadore dove il grande pittore rinascimentale è nato e dove è visitabile la sua casa.
L’ideatore di questo percorso d’alta quota è stato Toni Sanmarchi, una guardia forestale proveniente dall’Emilia Romagna che ha prestato servizio molti anni in Cadore. Le sue prime esplorazioni risalgono all’estate 1942. Con lui c’erano gli escursionisti e gli alpinisti della sezione CAI e del Gruppo Rocciatori Ragni di Pieve di Cadore. Insieme hanno individuato uno dei percorsi più suggestivi e appaganti delle Dolomiti.
Indipendentemente dal numero delle tappe, che possono essere cinque, sei o sette, a seconda del passo e delle varianti, il percorso può essere diviso in tre parti corrispondenti ai tre gruppi montuosi attraversati: Croda dei Toni-Popèra, Marmarole e Antelao. La Croda dei Toni, che i primi esploratori paragonarono ad una superba cattedrale, è stata salita nel 1874 da Michl e Hans Innerkofler, le due guide alpine di Sesto che hanno scritto pagine importanti di alpinismo dolomitico. “Croda dei Toni” sta per Montagna dei tuoni. Una antica leggenda racconta di come il cattivo tempo abbia scelto la cima della Croda per festeggiare le sue vittorie sugli elementi della natura con manifestazioni particolarmente terribili che pochi hanno visto e quei pochi che l’hanno visto non possono raccontarlo perché sono impazziti.
Ai suoi piedi ci sono il rifugio Comici a nord, il rifugio Carducci a sud est e la forcella Giralba. Da qui parte la Strada degli Alpini. Questo percorso spettacolare che termina a Passo della Sentinella e che consente di compiere il giro del Gruppo del Popèra e di entrare in un ambiente dove sono ancora evidenti i segni della Grande Guerra, qui particolarmente cruenta. Ai rifugi Comici e Carducci si arriva risalendo la Val Fiscalina con partenza ai piedi del parcheggio. Il rifugio Carducci, negli ultimi anni, è diventato un punto di incontro per i protagonisti della montagna (Guide alpine, Soccorso alpino, CAI, Alpenverrein, Gestori dei rifugi) della Pusteria e del Cadore, dell’Alto Adige e del Veneto. Ogni anni, la prima domenica di settembre, vi si svolge la festa dedicata alle Dolomiti senza confini, una festa per promuovere nuove forme di collaborazione in alta montagna e anche per ricordare le troppe assurde morti avvenute in questo ambiente durante il primo conflitto mondiale che proprio nei pressi del rifugio Carducci ha scritto pagine terribili di storia. Si scende la Val Giralba e si arriva a nord di Auronzo per poi imboccare la Val Darin e arrivare a Pian dei Buoi sopra Lozzo. Le Marmarole di Tiziano iniziano qui. Le Marmarole che, insieme agli Spalti di Toro nell’Oltrepiave, sono le Dolomiti più selvagge, le più silenziose e le più aspre. L’Alta Via numero 5 dapprima le lambisce passando per i rifugi Ciareido, Baion e Chiggiato e poi le risale e le “cavalca” da est a ovest. Lungo questo tratto i punti di appoggio sono rappresentati da tre bivacchi: il Tiziano, il Musatti e il Voltolina. Sicuramente il più prestigioso è il vecchio rifugio Tiziano realizzato dal CAI di Venezia nel 1899 e declassato a bivacco appena tre anni dopo per carenza di escursionisti. Questo edificio racconta la storia di un alpinismo antico che si appassionava alle montagne poco conosciute e remunerative per le lunghe marce di avvicinamento richieste, ma non per questo meno belle. È possibile trascorrervi la notte procurandosi le chiavi presso le sezioni CAI di Pieve, Auronzo e Calalzo.
Nelle leggende le Marmarole sono il regno di Tanna, la regina dei Croderes, gli uomini dal cuore di pietra. Ci sono i lastoni, caratteristiche conformazioni rocciose che pavimentano una parte della traversata. La traversata delle Marmarole si conclude a forcella Grande ai piedi della Torre dei Sabbioni, di Croda Marcora e del Sorapiss, tutte montagne che sanno raccontare, a chi ha la pazienza di ascoltare, la storia e le storie dei primi alpinisti, delle prime salite, dei primi successi e dei primi incidenti in montagna. Poi si scende al rifugio San Marco da dove si può ammirare l’imponente parete ovest di Re Antelao sotto al quale sorge il rifugio Galassi. Lambendo il versante est dell’Antelao e toccando i suoi ghiacciai si arriva al rifugio Antelao da dove si scende a Pozzale e a Pieve di Cadore. Qui termina l’Alta Via numero 5 di Tiziano.
Attenzione, perché nel cuore delle Marmarole non c’è acqua è necessario quindi rifornirsi alla partenza. Nei segmenti di percorso compresi tra il bivacco Musatti e il rifugio San Marco e tra il rifugio Galassi e il rifugio Antelao ci sono alcuni tratti attrezzati. Per evitarli bisogna scendere in Val d’Oten dal rifugio Chiggiato e raggiungere il rifugio Antelao attraverso i Piani dell’Antelao.
Foto: forcella Giralba e Croda dei Toni (Evidenzia)