Dal capitello della Madonna di Tièra (1120 m), raggiungibile in auto per comoda strada asfaltata dalla frazione di Villanova di Borca, lasciando sulla destra il sentiero proveniente da Sèrdes di San Vito, si abbandona la strada principale e si prosegue a sinistra l’itinerario della vecchia mulattiera che passa innanzi al grotta dedicata alla Vergine di Fatima sino al parcheggio di Tièra. Qui ritorniamo sulla strada militare mai completata, opera della “Linea Gialla” che avrebbe dovuto unire la Valle del Boite con la Val Fiorentina. A destra, la dolce pendenza ci porta fino alla località Intrà les aghes (“tra le acque”); saliamo a sinistra per la Ria de Coròto e poco prima dello slargo ove sorgeva l’omonima casera purtroppo demolita, svoltiamo a sinistra, camminando sulle pendici nord delle cime di Val d’Arcia e di Foràda, propaggini nord del Pelmo, per raggiungere la forcella Foràda (1977 m). A destra del sentiero sorge il capitello dedicato a Sant’Antonio. Valicando la sella di Foràda, attraverso un bosco di larici, in breve raggiungiamo malga Doróna (1918 m, ora rifugio Città di Fiume) con splendida vista della parete nord del Pelmo. Si procede tra larici e mughete sino al rifugio Passo Staulanza (1766 m, SR 251). Si percorre ora il Trói dei Ciavai (“sentiero dei cavalli”) che aggira a sud tutta l’intera mole di Pelmetto e Pelmo. Con breve variante si può raggiungere il masso con impresse le orme dei dinosauri. Si prosegue poi l’agevole traversata sino al rifugio Venezia Alba Maria De Luca (1946 m, primo delle Dolomiti italiane).
Dai Campi di Rutòrto scendiamo attraversando un’importante zona umida, ai ruderi della casera de Naiarón, poi a malga Ciàuta (1552 m, strada asfaltata per Vodo) e in breve, tornati nel bosco fitto, al capitello della Madonna.
Foto: alba sul Monte Pelmo dal rifugio San Marco (Mauro De Vido e Sabrina Menegus)