I 500 boati del Fadalto erano microsismi
I risultati delle ricerche del Crs di Udine: «Le cause? Microfratture di rocce o sbalzi di pressione. L’ultimo è stato ad agosto»
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TRIESTE. I boati del Fadalto? Macché cascate d’acqua. O colpi d’ariete dei flussi contro le rocce sotterranee. Secondo il Centro di Ricerche Sismologiche di Udine, dopo oltre 7 mesi di registrazioni e una casistica di oltre 500 eventi, il fenomeno dei botti non dipende dall’acqua, ma è di natura sismica. Microsismica per la precisione.
Se n’è parlato in un convegno dell’Ogs di Trieste, davanti a studiosi intervenuti da tutta Italia. «Dall’esame delle onde rilevate dai sismografi», ha precisato Pierluigi Bragato, che con altri 14 ricercatori si è occupato di questo evento, «possiamo dire che si è trattato di una serie di microsismi, molto frequenti inizialmente e via via sempre più radi, che sono andati a esaurirsi ad agosto. È inoltre molto chiaro il legame con il livello delle precipitazioni, con eventi sismici in aumento circa due mesi dopo le piogge più intense».
Piccoli terremoti, dunque, ma diversi da quelli tradizionali, che pure ci sono stati, anche all’inizio del mese, con epicentro Fregona. «Non c’è mai stata una vera situazione di emergenza», rassicura Paolo Comelli, responsabile del Crs di Udine. Però c’è voluta un’accurata ricognizione per capirlo, con tutta una serie di stazioni installate nei punti sismograficamente più strategici per catturare i movimenti tellurici. E quattro stazioni di monitoraggio sono ancora in funzione, per decifrare le evoluzioni. «Inizialmente c’erano molte incognite da chiarire» ammette Bragato. «Bisognava capire se all’evento acustico corrispondesse una microscossa di terremoto. Poi era indispensabile localizzare la sorgente delle emissioni acustiche, ed eventualmente sismiche. Infine si trattava di capire che cosa stava accadendo dal punto di vista geologico, ovvero trovare una spiegazione scientifica al fenomeno».
La localizzazione a una profondità media di 700 metri sotto il livello del mare dei microsismi registrati dal team, permette di svincolarli dalla sismicità più tradizionale che invece caratterizza la zona, e consente di escludere che si sia trattato di avvisaglie di fenomeni più superficiali, quali l’apertura di voragini. Si è inoltre verificato che gli eventi non si generano in un unico punto, ma da sorgenti distinte distribuite al di sotto dell’area che va dal Lago Morto a Sella Fadalto. «Quanto all’origine dei microsismi», ha spiegato Paolo Comelli, direttore del Crs, «abbiamo ipotizzato due possibili cause: potrebbe essersi trattato di microfratture delle rocce, o dei cosiddetti colpi d’ariete, sbalzi di pressione nel sottosuolo che provocano un forte rumore e una forte vibrazione”.