Tassa di soggiorno: gli albergatori ora sono favorevoli
Mondin: «Investendo i proventi dell’imposta in promozione elimineremmo i furbi che sfruttano il lavoro dei consorzi»
PIEVE DI CADORE «All’inizio ero contrario, ma giorno dopo giorno mi sto convincendo sulla positività dell’introduzione della tassa di soggiorno». Parole di Gino Mondin che, oltre a essere titolare dell’hotel Ferrovia a Calalzo, è il presidente del Consorzio Dolomiti. «Le prospettive sono cambiate», aggiunge. «I Comuni non hanno più soldi da investire nel turismo. In questo momento, l’unica soluzione per dare un po’ di fiato al comparto, potrebbe essere l’introduzione della tassa di soggiorno, che sarebbe pagata dagli ospiti. Penso che i Comuni cadorini non abbiano scelta, se vogliono fare un turismo con la “t” maiuscola». «L’anno scorso», aggiunge Mondin, «è stato costituito il “Consorzio Turistico Unico”, che ha il compito di promuovere l’intero territorio cadorino in Italia e nel mondo. Purtroppo, dopo il versamento della prima quota di adesione, quest’anno ho raccolto solo tre adesioni.
Pensando che non è corretto che ci sia qualcuno che paga e lavora e altri che stanno alla finestra a raccolgono gli sforzi altrui, sarei dell’opinione che, applicando la tassa di soggiorno e considerato che il suo introito dovrebbe andare tutto in favore del turismo, così almeno è ciò che prescrive il decreto istitutivo, non sarebbe più necessario che gli albergatori pagassero la quota d’iscrizione ai consorzi». Una tassa, quindi, per finanziare interventi a favore del turismo: «I soldi introitati grazie alla tassa», prosegue il presidente del Consorzio Dolomiti, «potrebbero essere utilizzati per la promozione. In questo modo tutti contribuirebbero allo stesso modo, in funzione del numero di ospiti».
Una posizione chiara, quella dell’albergatore di Calalzo, che si avvicina a quella espressa dal presidente di Federalberghi, Gildo Trevisan: «Imporre la tassa di soggiorno oggi, quando il settore è in crisi, non è certamente positivo», afferma. «Nonostante ciò, considerando che il coltello dalla parte del manico ce l’hanno i Comuni, penso che se chi di dovere decidesse di istituire una tassa, questa dovrebbe essere di scopo, cioè finalizzata alla realizzazione di strutture prettamente turistiche e ad altri impieghi nel settore. In alcuni Comuni dove questa tassa è stata introdotta, il suo impiego è stato concordato con gli operatori e in certi casi una parte dell’introito è stato reinviato a chi lo ha incassato. Potrebbe essere una soluzione anche per gli alberghi».
di Vittore Doro - fonte: Corriere delle Alpi