I giovani hanno il diritto di divertirsi e stare insieme, i residenti hanno il diritto di riposarsi la notte, i bambini hanno il diritto di giocare in piazza senza tagliarsi con vetri di bicchieri e bottiglie, i genitori hanno il diritto la domenica di portare i loro bambini in piazza senza preoccuparsi che finiscano nel vomito della notte, i commercianti hanno il diritto di non dover pulire le loro vetrine dai prodotti fisiologici di chi si è divertito la notte. Questi opposti interessi possono convivere se si rispettano le minime regole della convivenza civile, se nessuno vuole prevaricare l'altro, se ci si pone dei limiti, se si è tolleranti. Chi supera i limiti, chi non ha rispetto dell'altro, pianga se stesso se il divertimento sfrenato sparisce. Basterebbe in fin dei conti ascoltare buona musica dal vivo, accettare l'abbassamento del volume dopo una certa ora, non vomitare o pisciare in piazza o sulle vetrine o dietro gli angoli, non rompere i bicchieri in piazza dove il giorno dopo giocano i bambini, usare il bar come fosse un bar e non una discoteca o una sala da ballo perché le norme te lo impongono, ecc. La tolleranza di chi ha chiuso un occhio, di chi ha cercato di comprendere, di chi ha cercato il dialogo, di chi ha cercato di aiutarti, non è infinita e prima o poi si esaurisce e ti impone di pagare il conto, al rispetto della legge più volte violata. Ma non è tanto il rispetto della legge, le leggi possono essere anche sbagliate, quanto il rispetto degli altri che non dovrebbe avere bisogno di leggi che lo impongano. I giovani potevano avere il loro divertimento, ma qualcuno non ha avuto limiti e ha preteso impunità. Purtroppo ne fanno le spese tanti giovani che chiedevano solo di potersi divertire con il rispetto dovuto. Questi per sette giorni dovranno rivolgersi altrove e per colpa di chi pretende di non avere limiti. Mi dispiace ed è una sconfitta per chi cerca di fare qualcosa per i giovani e rendere la vita più serena e migliore per tutti, in un modo o nell'altro e sempre in buona fede.