CORTINA d’AMPEZZO ed i mondiali di sci alpino
Per la quarta volta consecutiva Cortina d’Ampezzo fallisce l’obiettivo di ospitare i mondiali di sci alpino. Per noi ambientalisti è una gran bella notizia: non ci coinvolgono i pianti di chi vede nello sport internazionale una congiura contro Cortina. Se le bocciature si susseguono con tale continuità significa che alla conca dolomitica mancano prerogative importanti e che i progetti di candidatura non erano convincenti, specie sul versante della sostenibilità ambientale, sociale e del coinvolgimento della società civile nella preparazione dell’appuntamento. Cari politici, società civile non sono solo confindustria e albergatori.
Certamente quanto sta accedendo sul piano della corruzione in Italia, e nel Veneto, non ha aiutato: anzi, gli ultimi accadimenti hanno alimentato e rafforzato quanto si pensa dell’Italia all’estero. Nel nostro paese le grandi opere ed i grandi appuntamenti sono occasioni ghiotte per spartire tangenti fra grande imprenditoria e misera politica.
Proviamo ad immaginare le notizie che i media internazionali avrebbero attinto dal Veneto durante questi cinque anni: le tangenti del Mose, dell’autostrada Valdastico e dell’Alemagna, dei grandi ospedali…e come avrebbero potuto i mondiali di Cortina rimanere estranei a tante e diffuse pressioni di politici affamati di denaro pubblico? Con la corruzione che è arrivata a coinvolgere le grandi strutture dello Stato e della Regione (magistratura, ministeri, funzionariato)?
Ora si può aprire un nuovo capitolo nella costruzione di un futuro certo e di qualità del turismo di Cortina: siamo disponibili ad offrire anche noi opportunità e valori fino ad oggi poco praticati. Lo abbiamo già detto, in più occasioni. Le amministrazioni pubbliche fanno l’esatto contrario: ci tengono a distanza, seguono chimere ormai impossibili e non si sono accorte che questa crisi ha cambiato e sta cambiano il mondo intero. Il futuro si chiama sobrietà e risparmio, fa leva sull’equità e sulla partecipazione diretta, sulla condivisione più ampia possibile delle scelte sullo sviluppo.
Cortina, tutta la valle del Boite, ha bisogno di rivedere il suo assetto urbanistico e sociale, c’è urgenza nel riqualificare l’esistente, nell’abbattere tanti orrori e nell’offrire ai residenti prima che ai turisti qualità nei servizi essenziali: salute, formazione scolastica, mobilità pubblica possibilmente ferroviaria. E fare di Dolomiti UNESCO non un banale marchio di marketing turistico, ma una opportunità per riprendere in Dolomiti la ricostruzione della nostra identità di popolo di montagna, della nostra cultura, ritornare a coltivare (e quindi conoscere) il nostro territorio e nell’offrire agli ospiti un turismo che non abbisogna di grandi investimenti, ma di straordinarie passioni e di amore verso i paesaggi che abbiamo il dovere di gestire, non di consumare. I contenuti dei protocolli della Convenzione delle Alpi sono il nostro Vangelo.
Mountain Wilderness Italia