Che ne sarà dei forti di Monte Ricco? Fortezze abbandonate sul colle che domina Pieve, senza più nemici da temere, attendono una sorte. Cadere per rovina o risorgere a nuova vita dopo più di un secolo di vita. Lunedì prossimo i ventidue sindaci del Cadore si ritroveranno per un grande consulto non tanto sulla necessità di recuperare i manufatti, quanto su una destinazione condivisa dalle vallate.
L’iniziativa di salvarli, infatti, è stata presa dai padroni di casa, il Comune di Pieve, con un investimento non di poco conto di cui si è fatto carico Fondazione Cariverona. In verità, finora si è intervenuti solo sul forte vero e proprio, mentre la cosiddetta Batteria Castello, distante un centinaio di metri, non è oggetto di intervento. I lavori sono ormai alla fine. Si tratta, invece, di decidere che cosa farne prima che inizi la seconda fase del restauro, quella che comporta, con la certosina ricomposizione delle facciate e delle pietre, anche un’impostazione tecnologica piuttosto che un’altra.
E’ stato il sindaco a coinvolgere tutto il Cadore, che sarà rappresentato anche dalle Comunità montane e dall’Alto Gal. L’incontro si terrà nel luogo più rappresentativo del Cadore, il palazzo della Magnifica Comunità di Cadore, che proprio di recente ha consegnato ai sindaci la bandiera. In un clima di unità d’intenti, dunque, dovrebbe svolgersi questa sorta di audizione. «Sono molto rispettosa dei miei colleghi - si schermisce Antonia Ciotti - e voglio capire quali sono gli orientamenti, che dovranno essere il più possibile condivisi. Di sicuro non vorremmo qualche cosa di imbalsamato, piuttosto una struttura che interagisca con il territorio, una sorta di centro polifunzionale». Al vertice parteciperanno anche due studiosi, ai quali sarà chiesto un parere anche di carattere storico.
Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale c’è anche l’idea di superare in tre minuti il balzo dal centro del paese, olre che con la strada bianca, con una cremagliera in partenza dall’area retrostante la canonica.
Flavio Olivo