Gentile Sig. De Lotto,
innanzi tutto la ringrazio del sollecito riscontro.
Mi dispiace che le mie perplessità l'abbiano così innervosita. L'intento della mia precedente mail, era quello di ricevere dei chiarimenti a fronte di una situazione avvertita, da molti, come pericolosa sotto diversi punti di vista. Pensavo che il ruolo di un politico fosse anche quello di instaurare un dialogo con i cittadini e non quello di sbarrare le porte. Ma ognuno ha diritto di gestire i propri incarichi con le proprie modalità.
Come dicevo al Sindaco, le mie osservazioni derivano dalla lettura dei documenti on-line messi a disposizione dalla Regione Veneto e dal sito
www.cadorecivetta.it (che rindirizza verso un altro sito:
www.nuovagenerazione.it). I documenti del PRN portano data ottobre 2009 per cui, a mio avviso, si possono ritenere sufficientemente aggiornati. Può anche essere che questi documenti siano stati redatti in base a degli studi condotti in epoche più remote, ma in primo luogo non è possibile capirlo (fatta eccezione, forse, per gli addetti ai lavori come lei) e, in secondo luogo, chi li ha utilizzati, deduco, debba aver ritenuto di poterli considerare ancora validi.
Il mio riferimento alla frana di Cancia è stato mal interpretato. Mi scuso se nello scrivere non sono stata sufficientemente chiara. Provo a porre rimedio. Come lei saprà, durante i lavori di costruzione dell’ex villaggio ENI sono stati eseguiti dei lavori di raccolta delle acque. Questi lavori, impostati soprattutto per difendere le nuove abitazioni, hanno modificato il regime naturale di scolo dell’ acqua, con le conseguenze che noi tutti conosciamo. Ho dei documenti della Regione Veneto che spiegano le cause dell’ultima frana di Cancia (quella del luglio 2009), se vuole glieli posso fornire.
A tal proposito, mi riallaccio alle accuse che mi muove, riguardo ad una mia ipotetica inclinazione ad auspicare l’abbandono di un territorio che, al contrario, amo profondamente. Il fatto che io abbia delle forti perplessità sul progetto da voi proposto, non significa certo augurarsi il dissesto naturale di una zona che, personalmente, frequento ogni estate come escursionista. Il riconoscimento dell’UNESCO, diversamente da come sembra viverlo lei, mi conforta molto, dal momento che: “Una delle missioni principali dell’UNESCO consiste nell’identificazione, nella protezione e nella tutela e nella trasmissione alle generazioni future dei patrimoni culturali e naturali di tutto il mondo”. Infatti, come lei saprà, per le Dolomiti vengono stanziati ogni anno 600.000 euro (gestiti dall’apposita Fondazione) da utilizzare in questo senso. Del resto, ritengo del tutto opportuno individuare degli interventi di protezione dell’ambiente, che abbiano come unico obiettivo la protezione stessa delle aree naturali, soprattutto quelle più fragili. Altrimenti si rischia di replicare l’errore di Cancia, dove gli interventi sono stati realizzati in funzione dei nuovi insediamenti.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale del progetto, sono d’accordo con lei, non ci resta che attendere le valutazioni degli enti competenti. Purtroppo ho perso di vista lo stato attuale della pratica amministrativa. Dalle ultime verifiche, avevo constatato che sette delle nove osservazioni sul PRN presentate dal Comune di San Vito (Società Scoter) alla Regione non erano state accolte. Se non ricordo male, erano proprio quelle relative alla revisione del rapporto ambientale e alla VincA.
A questo proposito, le sarei grata se mi indicasse quali sono i prossimi passaggi amministrativi relativi al progetto. In realtà le vorrei chiedere altri dettagli amministrativi, come i costi sostenuti dal Comune per questo studio di fattibilità, ma non credo che sia disposto a fornirmeli, o sbaglio?
La ringrazio e la saluto cordialmente,
Francesca Barile