
Originariamente Scritto da
LDL
A sei mesi di distanza dal voto dell’Assemblea Regoliera che ha respinto la richiesta di disponibilità dei terreni presentata dalla nostra Amministrazione per la realizzazione del nuovo comprensorio sciistico Cadore – Civetta, desidero partecipare alcune considerazioni.
Ricordo innanzitutto le motivazioni che in occasione dell’assemblea alcuni avevano portato a giustificazione della loro contrarietà.
Si era detto che lo sci non rappresenta più un settore su cui investire, che il futuro fosse costituito piuttosto dal ritorno all’agricoltura e che quindi si sarebbe dovuto agevolare chi vuole investire in aziende agricole o simili.
Bene, peccato che nel frattempo, in un periodo di redazione del nuovo PAT come questo, nessuno si sia fatto vivo con richieste di questo tipo, preferendo invece chiedere nuovi terreni fabbricabili a destinazione residenziale. D’altronde chiunque può verificare che fine hanno fatto buona parte di quei volumi che in passato erano stati spacciati per stalle o agriturismo.
Altri partecipanti all’assemblea, avevano dichiarato che, cito uno per tutti l’ex sindaco, diventato anche lui contrario per l’occasione, “…i Sanvitesi devono ambire a qualcosa di meglio che passare i seggiolini ai turisti…” e che, “…piuttosto che sullo sci, ormai in crisi, bisogna puntare sulle energie rinnovabili”. Come se lavorare sugli impianti non fosse un’occupazione dignitosa, che nel recente passato ha permesso a più di qualche famiglia sanvitese di vivere onestamente. E come se le energie rinnovabili garantissero posti di lavoro come l’economia turistica.
A proposito di energie rinnovabili, tutti ricorderanno come il progetto del nuovo comprensorio abbia scatenato varie associazioni ambientaliste e abbia fatto nascere a San Vito addirittura un “gruppo di lavoro” che aveva l’obiettivo di “salvare il Pelmo e Mondeval dagli impianti”. Ora mi chiedo, come mai gli stessi che allora parlavano di impatto ambientale insostenibile oggi non dicono neanche una parola sul progetto, in avanzato stato di approvazione, di grande presa d’acqua sul torrente Boite per fini idroelettrici da parte di Enel e En&En che praticamente prosciugherà da dopo Cortina a prima di Vodo il torrente che dà il nome alla nostra valle? Fanno a finta di non sapere? Mi sto convincendo che un certo tipo di ambientalismo si muova solo se spinto dai propri piccoli tornaconti e che sia pronto ad obbedire ai più forti quando gli interessi economici in gioco sono rilevanti. Peccato che, con ragionevole certezza, degli enormi proventi della mega centralina sul Boite qui non rimarranno neanche gli spiccioli e noi ci troveremo, in questo caso si, altro che con le piste sulle Rocchette, “becchi e bastonati”.
Un altro aspetto che voglio sottolineare è quello dei tanto promessi “progetti alternativi” che alcuni oppositori degli impianti dicevano di essere in grado di proporre. Zero assoluto, dal giorno successivo all’assemblea e alla conseguente notte di festeggiamenti a Chiapuzza, tutti sono precipitati nel consueto menefreghismo.
Nel frattempo naturalmente la nostra situazione turistica è peggiorata di giorno in giorno, continuano a calare le presenze, dall’assemblea di maggio ad oggi hanno chiuso definitivamente il lavasecco, un fruttivendolo, un ristorante, un’agenzia immobiliare (!), so che alcuni gestori di locali pubblici cederanno l’attività a breve, i nostri appartamenti rimangono spesso sfitti anche in alta stagione, praticamente tutti gli operatori economici si lamentano della carenza di lavoro, dagli artigiani agli albergatori. E tutto questo semplicemente perché la gente va altrove, dai nostri concorrenti (se possiamo ancora considerarli tali) che continuano a migliorare la loro offerta turistica, investendo anche negli impianti di risalita. Senza scomodare la nuova cabinovia con annessa pista, stazione ferroviaria e parcheggio multipiano che da Perca (950 m s.l.m.) sale a Plan de Corones, basta guardare ai nostri vicini del Civetta che inaugurano proprio in questi giorni la nuova cabinovia ad Alleghe (oltre 8 milioni di euro) o il nuovo skilift a Selva (mezzo milione di euro).
Ribadendo quindi che chi crede nel geoturismo e nell’immersione psicofisica è ora libero di farsi avanti con delle proposte concrete e magari di metterle anche in pratica, così da evitare la chiusura degli alberghi e dei negozi, concludo esprimendo la frustrazione di un assessore al turismo che assiste impotente alla lenta agonia di quell’economia turistica che potrebbe invece rappresentare la nostra vita.
Rimane naturalmente invariato l’impegno quotidiano, mio e della nostra Amministrazione, per migliorare quello che abbiamo e per sostenere ogni iniziativa in questo senso.
Ludovico De Lotto
Assessore al Turismo