Sarà approvato giovedì l’ultimo atto per la costituzione della Fondazione Unesco. Il consiglio provinciale approverà lo Statuto dell’ente che andrà a gestire le Dolomiti patrimonio dell’umanità, statuto già adottato in bozza dalla giunta provinciale e che ha ricevuto il via libera dal collegio dei revisori dei conti.
Lo stesso passaggio è già stato fatto nelle altre Province, anche a Udine, dove a lungo si è temuto lo stallo per le perplessità manifestate dai revisori dei conti. E’ stato grazie a una consulenza con i tecnici bellunesi che la Provincia di Udine è riuscita a sciogliere le riserve, concentrate sugli impegni di spesa per il futuro. Costi non ben quantificati ma che saranno importanti. Lo Statuto della Fondazione infatti prevede una sessantina di azioni, alcune impegnative.

«Solo col tempo si può definire quanto si spende», dice Matteo Toscani. «La Fondazione deve sostenersi e gli impegni finanziari saranno pesanti, ma il problema si affronta cammin facendo». Matteo Toscani, eletto consigliere regionale, spiegherà tutto giovedì, nel suo ultimo consiglio provinciale da assessore, prima di dimettersi il giorno successivo, cioè il 9. [continua]
Passato in consiglio lo Statuto verrà firmato davanti a un notaio bellunese e la Fondazione sarà finalmente realtà. I soci fondatori saranno sette, le Province più le due Regioni (Veneto e Friuli perché Trento e Bolzano hanno tenuto duro), come sette saranno i membri del consiglio di indirizzo, mentre nel consiglio di amministrazione sideranno solo le cinque Province di Belluno, Trento, Bolzano, Udine e Pordenone.
Da un punto di vista pratico la Fondazione verrà gestita da un segretario generale, l’equivalente del direttore, figura chiave che spetterà a Belluno indicare per primo. Il segretario generale resterà in carica tre anni, legato alla presidenza di turno, che parte appunto da Belluno.
Poi ci saranno almeno un paio di dipendenti della Fondazione, oltre all’ufficio Unesco già approntato da Palazzo Piloni, ma senza dipendenti che si occupano solo di quello.

Ma dove? La questione della sede rimane un nodo aperto. Nelle settimane scorse l’amministrazione provinciale ha inviato una lettera a tutti gli oltre quaranta Comuni compresi nei confini Unesco. «Chiediamo», spiega Toscani, «ai Comuni di manifestare il loro interesse ad avere la sede. Nella lettera è allegata una scheda da compilare con le caratteristiche dell’immobile: metri quadri, destinazione d’uso, tempi per la disponibilità. Non serve uno spazio molto grande, ma potrebbe essere l’occasione per creare una struttura abbinata che abbia attinenza con le Dolomiti come un centro studi». Le risposte stanno già arrivando e alcune vallate, come l’agordino, hanno fatto la scelta di aggregarsi in un’unica proposta. «Al di là delle insinuazioni», conclude Toscani, «non siamo mai stati fermi in questi otto mesi, forse non abbiamo fatto tante conferenze e stampa come altri». (i.a.)
(fonte: Corriere delle Alpi)