Il timore espresso dal presidente del Club Italiano di Pesca a Mosca, Emilio Danesi, intervenendo nel convegno organizzato da Longarone Fiere per illustrare l’apporto della pesca sportiva al turismo bellunese, è diventato realtà: da qualche giorno il torrente Boite ha cambiato colore ed invece di quello verdognolo simbolo di salute, ha assunto un colore color grigio caffelatte, evidenziando così uno stato di malessere generalizzato.
Nel suo preoccupato intervento, Danesi aveva avvisato i presenti, tra i quali l’assessore provinciale Silver De Zolt, che il Torrente Boite stava morendo per un diffuso inquinamento. Il convegno si è svolto il 1° Maggio, ed i lavori alla diga di Valle erano iniziati da pochi giorni. Perciò la portata dello scarico non era ancora visibile, come oggi. La causa del cambiamento di colore dell’acqua è dovuto all’immissione in quella del torrente di una rilevante quantità di materiale proveniente dalla diga di Valle di Cadore, dove l’ENEL ha iniziato la pulizia dell’invaso, scaricando a valle della diga il materiale che una idrovora porta in superfice dopo averlo scavato sul fondo. [continua]
Osservando oggi il corso d’aqua proveniente da Cortina, la differenza si nota subito, anche perché circa 150 metri dopo il ponte posto sulla strada della Cavallera che attraversa il Boite, c’è la confluenza dell’acqua del torrente con quella del Piave, proveniente dalla diga di Sottocastello e la differenza si vede tutta. Una differenza visibilissima ad occhio nudo, ed inoltre dall’acqua inquinata si alza un odore di marcio tipico di questo tipo di operazioni. L’intensificarsi delle operazioni di scarico della diga di Valle, con il cambio di colore dell’acqua, ha provocato un immediato intervento da parte del presidente del Bacino di Pesca n° 4, Giuseppe Giacobbi e di Luigino Svaluto Pattai rappresentante della Pro Loco di perarolo, che sono stati protagonisti di una intervista R.A.I. registrata martedì ed andata in onda la sera stessa sul telegiornale regionale, e mercoledì nella trasmissione R.A.I. Uno mattina. “Noi pescatori, ha affermato Giuseppe Giacobbi, che abbiamo lavorato per vent’anni per poter ottenere dei buoni risultati, ci troviamo oggi con questo sfangamento del lago di Valle che mette in pericolo tutto il nostro lavoro. Un pericolo grave, aggiunge, perché l’operazione, che dovrà scaricare dall’invaso 15.000 metri cubi di fango, durerà 70 giorni, oltre tutto mettendo in pericolo anche la manifestazione nazionale di Pesca a Mosca che si dovrebbe tenere il 10 e 11 luglio. E’ un problema serio, anche perché questo nostro lavoro è stato premiato lo scorso anno con una targa per la buona gestione delle acque.” Preoccupato anche Luigino Svaluto Pattai, che a nome della popolazione di Perarolo ha chiesto all’ENEL un differente modo di scarico delle acque, cercando una soluzione che meno impattante per il paese. In effetti, chi risulta maggiormente danneggiato, è proprio il paese di Perarolo, che trovandosi a poca distanza della Diga di Valle ed attraversato dal Boite e dal Piave, subisce le conseguenze più pesanti.
di Vittore Doro