“Elaboriamo proposte innovative considerando la fragilità del territorio”
“Se restiamo ancorati come è stato finora su posizioni soltanto politiche, continueremo a parlare tra di noi senza ottenere nulla, tanto più in un momento di crisi e di scarsità di risorse. Serve adesso più che mai, come ha fatto il sindaco di Cortina Andrea Franceschi, il coraggio di proposte innovative senza i pregiudizi o la superficialità con cui ad esempio, oltre 10 anni fa, fu bocciata la bretella Macchietto-Venas da me proposta e oggi da più parti invocata, e probabilmente non più realizzabile per gli alti costi previsti”. Il vicepresidente del Consiglio regionale Matteo Toscani rilancia così la scelta del primo cittadino di Cortina, mettendo sul tavolo due proposte da cui può prendere il via in Cadore il dibattito sull’impatto della A27 e sulla necessità delle varianti di allacciamento alla viabilità attualmente esistente.
“Sarà la politica con l’ausilio di tecnici a valutarne la fattibilità – spiega Toscani – sapendo quanto la Valle del Piave sia stretta e geologicamente delicata. Proprio considerando questo, rischiamo di trovarci entro quattro anni a sopportare l’impatto di sei corsie di autostrada, due di Alemagna, della ferrovia e delle varianti esistenti. Ovvero: verso il Cadore sarebbe riversata una colata di cemento che rischierebbe di penalizzare un’area già ambientalmente fragile”. Da qui la prima proposta che Toscani lancia: “Se l’Anas cedesse le varianti già realizzate alla Società Autostrade, quest’ultima si troverebbe metà dell’opera realizzata, cioè le corsie di uno dei due sensi di marcia, assorbendo l’esistente nel nuovo percorso. Con la liquidità ricavata dalla cessione, ci sarebbero risorse sufficienti per investire su ulteriori varianti alla viabilità esistente da Perarolo verso Cortina e verso Auronzo, per rendere più leggero l’impatto del traffico sulle valli”. Ma Toscani pone anche una seconda proposta: “Venga utilizzata la vecchia SS51 a due corsie per scendere dal Cadore a Belluno, e siano sfruttate le nuove varianti per salire verso nord, realizzando a completamento solo quella di Longarone. Il tracciato della A27 diverrebbe quindi una superstrada senza necessità di ulteriori opere per assorbirne il traffico”.
“Vedo finalmente – prosegue Toscani – che a Venezia si procede speditamente sull’elaborazione di modifiche alla viabilità verso il Cadore, e questo è significativo. Ritengo che oggi ci siano margini di intervento anche da parte del nostro territorio e che da questo non si possa prescindere, nella consapevolezza però che la moderna A27 si innesterebbe sul vecchio tracciato per carri trainati da bestiame provvidenzialmente realizzato dagli Asburgo nel 1830. Per questo il territorio cadorino deve oggi esigere che in parallelo allo studio sull’autostrada si proceda a sistemare la rete viaria verso Auronzo e Cortina fino al confine regionale. La proposta elaborata da Franceschi ad esempio è ottima e coniuga l’esigenza di un progetto ‘a misura di Cortina’ con l’esiguità delle finanze a disposizione in un periodo di crisi. Usiamo allora la stessa filosofia per decidere assieme ma con celerità una proposta che scenda dal Cadore a Venezia e che sia logica e coerente con la specificità del territorio su cui la A27 andrà ad innestarsi. Diversamente non lamentiamoci se le scelte vengono calate dall’alto”.