Perarolo è situato all’estremità sud-ovest della gola attraverso la quale scorre il Piave dopo la diga di Pieve di Cadore. Conta 362 abitanti e ha una superficie di 43,6 km quadrati per una densità abitativa di 8,30 abitanti/km quadrato.

Posto alla confluenza del fiume Piave e del torrente Boite, trasse per secoli le sue fortune da questa sua particolare ubicazione: il commercio del legname fu per molti secoli la grande fonte di ricchezza del paese.

Il trasporto del materiale veniva effettuato su zattere che partivano da Perarolo alla volta di Venezia (la Repubblica di Venezia, che comprendeva allora tutto il Cadore, aveva bisogno di legname per le costruire le sue navi); solo a quell’altezza, infatti, in particolari periodi dell’anno, il Piave poteva cominciare il suo corso di fiume navigabile.

I tronchi, gettati nell’acqua a monte di Perarolo e provenienti anche dalla Carnia, dal Tirolo e perfino dalla Carinzia, giungevano alla rinfusa ai cìdoli di Sacco e di Carsiè, due chiuse artificiali che sbarravano l’alveo del Piave e del Boite. Da qui, con un sistema di “roste” (sbarramenti di palafitte) e di canali artificiali detti “rogge”, venivano smistati secondo il marchio ed avviati alla lavorazione. Lungo il Piave, da Perarolo a Longarone (scriveva nel 1875 Antonio Ronzon nel suo “Almanacco cadorino”), c’erano 132 segherie, delle quali ben 54 nel territorio di Perarolo. Queste (scrive sempre il Ronzon) lavoravano “dai tre ai quattro milioni di assi all’anno, i quali andavano a formare circa 3200 zattere, lunghe 22 metri circa e larghe 5”.

Due segherie erano di proprietà di Tiziano Vecellio, il pittore, che con Perarolo non ebbe solo relazioni d’affari: nel 1525 (scrive in un suo libro G. Ludwing) Tiziano sposò Cecilia, figlia del “quondam ser Alo de maistro Jacomo, barbier della villa de Perarol de Cadore”, che ritrasse, bellissima, in alcuni celebri dipinti, tra i quali la “Madonna del coniglio” del Louvre.

Nel secolo scorso Perarolo raggiunse il suo massimo sviluppo economico ed acquisì un enorme prestigio che culminò quando Luigia Lazzaris (1819-1907), sposa del senatore Girolamo Costantini, ospitò per due anni consecutivi nel suo palazzo (firmato dal prestigioso architetto Antonio Caregaro Negrin di Vicenza) la Regina Margherita di Savoia, allora trentenne, con il figlio Vittorio Emanuele di 12 anni. Una lapide di pietra sulla facciata del palazzo ne ricorda il primo soggiorno: “Margherita di Savoia Regina d’Italia e Vittorio Emanuele Principe di Napoli qui soggiornarono dal dì 8 agosto al dì 8 settembre 1881“.

La lavorazione ed il commercio del legname che per lunghissimo tempo avevano dato prosperità e rinomanza al paese, perdettero la loro funzione dopo la costruzione della ferrovia (il primo treno giunse a Perarolo l’8 giugno 1913) e con il diffondersi del trasporto delle merci su strada. Lentamente le falegnamerie si trasferirono verso i centri di produzione. Iniziò così per Perarolo un lento decadimento ed un lungo periodo di transizione alla ricerca di nuovi sbocchi occupazionali.

Finalmente l’impegno dei cittadini e quello del Comune stanno dando oggi i loro frutti: nella zona artigianale di Ansogne si sono sviluppate una decina di attività lavorative in ulteriore via d’espansione che sommate ad altre, operanti da tempo in paese (fra cui l’importante attività della ditta Unterberger il cui “Speck del Cadore” si trova in tutti gli autogrill d’Italia), coprono abbondantemente le necessità occupazionali locali ed offrono addirittura lavoro anche a maestranze esterne. Con l’accresciuta offerta di lavoro, non solo locale, ma di tutto il comprensorio, si è instaurata finalmente una controtendenza al fenomeno dell’emigrazione durato molti anni.

Da diverso tempo viene favorito lo sviluppo edilizio, soprattutto nella frazione di Caralte: le zone prative, un tempo risorsa per l’attività agricola del luogo ormai abbandonata da anni, sono state sfruttate come base per nuovi insediamenti edilizi, sia a favore della popolazione residente, sia come sede di seconda casa per i turisti.
Perarolo invece, non disponendo di aree fabbricabili, esaurite dai tempi della sua massima espansione, sta puntando ora sul recupero edilizio del patrimonio esistente, soprattutto quello prezioso del centro storico.

Le nuove costruzioni di Caralte e la ristrutturazione di molte abitazioni preesistenti hanno favorito enormemente, e continuano a farlo, un sempre più consistente incremento demografico del Comune la cui popolazione è in sensibile aumento già dal 1993 (le richieste di alloggi continuano ad essere numerose). Conseguente allo sviluppo edilizio è stato anche l’accresciuto movimento turistico, favorito dalla tranquillità dei luoghi, dalla salubrità dell’aria e dall’altitudine non eccessiva (532 m).

Oltre che vantare attrezzati impianti sportivi (tennis, minigolf, percorso vita, pista da fondo, strada ciclabile, palestra di roccia), il paese è il luogo ideale per effettuare piacevoli passeggiate ed interessanti escursioni: c’è uno splendido percorso da non perdere dai 1.000 metri dei piani di Dubbiea ai 2.700 metri del Monte Duranno.

Non secondario a quello naturalistico è il patrimonio artistico di Perarolo: meritano senz’altro attenta considerazione la chiesa parrocchiale di San Nicolò, la chiesa di San Michele Arcangelo a Caralte, la chiesa della Madonna della Salute di Macchietto e quelle di San Rocco e Sant’Anna.
Nella parrocchiale sono conservati preziosi paramenti donati alla chiesa dal Papa bellunese Gregorio XVI (1765-1846) ed altri oggetti sacri acquistati dal parroco don Giuseppe de Vido (parroco di Perarolo dal 1779 al 1825) dalle truppe francesi di Napoleone. Nella stessa chiesa è custodito anche un prezioso organo, uno dei più antichi del Cadore, costruito da Pietro Nacchini e Francesco Dacci tra il 1765 ed il 1768. Da alcuni anni, in agosto, la chiesa ospita bravi concertisti che sanno valorizzare con grande sensibilità la resa melodica di un tale antico strumento.

Accessibilità
a) Collegamenti Stradali: la zona può essere raggiunta da due direzioni: nord da Cortina SS51 Alemagna; sud da Venezia Autostrada A27 uscita a Pian di Vedoia (esiste inoltre la SS51bis “la Cavalera”, utilizzata prima della costruzione del ponte Cadore, ma tutt’ora percorribile).
b) Collegamenti Ferroviari: ha una propria stazione ferroviaria.
c) Collegamenti Aerei: gli aeroporti più vicini sono quelli di Venezia (130km) e di Treviso (100km).

Municipio Via Regina Margherita n°3, 32010 Perarolo di Cadore (BL)
Mappa di Perarolo di Cadore