«La linea ferroviaria da Calalzo a Padova è una tra le peggiori in Veneto». E’ il giudizio che Legambiente ha scritto nel dossier sul trasporto pendolare che sarà presentato il 13 dicembre, in occasione dell’introduzione del nuovo orario di Trenitalia.
Un giudizio quello sulla linea bellunese che deriva, come precisa il presidente di Legambiente Veneto, Michele Bertucco, dal fatto che «molti treni si presentano in ritardo, in alcuni casi si assiste a soppressioni improvvise dei convogli senza un’adeguata assistenza e informazione ai viaggiatori, con una situazione decisamente pesante anche sul fronte della pulizia».
E la fotografia potrebbe peggiorare ancora di più, secondo Legambiente proprio a causa dei tagli ai trasferimenti di fondi alle Regioni per il trasporto, che per l’associazione sarebbero pari al 44% in meno, passando da 118,27 milioni di euro a 66.2milioni di euro.
E questo si tradurrà, secondo Legambiente, «in un aumento inesorabile del biglietto ferroviario, clausola obbligatoria fissata dalla Legge di bilancio ma comunque insufficiente». E allora? «La seconda possibilità che si presenterà per la Regione sarà quella di prevedere la possibilità di tagliare un treno su tre per i pendolari. Ma la prova del nove per capire come effettivamente Venezia ha deciso di muoversi su questo fronte la si avrà soltanto il 13 dicembre quando sarà pubblicato il nuovo orario valido fino al 2011 in cui si vedranno i tagli applicati. «D’altra parte miracoli la Regione non ne può fare».
Ma i rappresentanti di Legambiente lanciano l’allarme: «Qui oltre al fatto che non ci sono soldi per diversi motivi, alla base di questa manovra vi è un piano politico ben preciso che mira a depotenziare il trasporto pubblico a favore di quello privato, cioè le autostrade».
Intanto dai sindacati arriva un appello per salvare e riconsiderare il sistema del trasporto non solo ferroviario, ma in generale. E per questo una lettera è già stata spedita a palazzo Piloni per richiedere un incontro per discutere della questione.
«Dobbiamo integrare i vari sistemi di trasporto tra loro, solo così potremo togliere dall’isolamento la nostra provincia e garantire ai nostri cittadini le stesse possibilità di accesso ai servizi come in pianura», dice la segretaria della Cisl provinciale, Anna Orsini.
«Non possiamo nasconderci che i tagli ai trasferimenti dallo Stato alle Regioni per quanto riguarda il servizio di trasporto si faranno sentire anche qui e soprattutto nella nostra provincia che già soffre di un isolamento rispetto al resto del Veneto. Questo è un dato di fatto che nessuno può confutare. Per questo urge al più presto una riflessione e una presa di posizione decisa e condivisa dei soggetti che operano nella nostra provincia. Tutti insieme, senza demagogia dobbiamo trovarci attorno ad un tavolo e analizzare la situazione e trovare gli obiettivi e le soluzioni comuni per salvare questo territorio e il trasporto e la comunicazione non solo interna a questa provincia ma anche esterna. E su questo fronte non si può perdere un attimo. I tempi ormai sono stretti».
Per Orsini «il treno è l’unico strumento che ci tiene legati a zone come Padova, Venezia, Udine. Non voglio lanciare allarmi, ma la provincia di Belluno non può rinunciare alla ferrovia anche se qualcuno dimostrerà che non è certo economica».
Paola Dall’Anese (fonte: Corriere delle Alpi)